L’11 marzo 2021, dopo cinque mesi di negoziati, il ministero del Lavoro spagnolo ha annunciato una nuova legge che introduce i riders nel codice del lavoro. I riders non potranno più lavorare solo in qualità di autonomi: dovranno essere assunti come dipendenti dall’azienda. Si tratta di una legge innovativa e unica nel panorama europeo. Cambierà radicalmente le condizioni di vita di questi lavoratori spesso sottopagati e sfruttati e porrà un limite al potere delle piattaforme di delivery.
Il testo legislativo appena introdotto è composto di due parti. La prima parte impone alle aziende l’obbligo di riferire ai comitati aziendali informazioni su algoritmi e intelligenza artificiale qualora questi incidano sulle condizioni lavorative dei dipendenti. La seconda parte stabilisce che i riders non possono più essere “lavoratori autonomi,” ma devono essere regolarmente assunti dalla piattaforma. La legge avrà un periodo di transizione di tre mesi. Il passaggio ad una condizione di lavoro regolare e dipendente cambierà radicalmente la vita dei riders. Finalmente avranno accesso a misure di protezione sociale e contributi. Anche l’Italia aveva recentemente provato a fare un passo avanti in materia di sfruttamento dei riders, proponendo l’assunzione di 60mila riders come lavoratori “coordinati e continuativi.” La cosa è però caduta nel vuoto. Considerata la crescita esponenziale dei servizi di delivery durante la pandemia, è essenziale che l’Europa segua l’esempio spagnolo.