Nelle ultime settimane la crescente crisi economica ha fatto sì che migliaia di adolescenti non accompagnati provenienti dal Messico, abbiano attraversato il confine statunitense. La stima è di oltre 14.000 minorenni di cui una metà è costituita da bambini anche molto piccoli, spesso in precarie condizioni di salute. A differenza della vecchia amministrazione, il nuovo presidente Joe Biden ha deciso di sospendere le espulsioni e ha offerto loro protezione, ospitandoli in rifugi gestiti dal ministero della Sanità, in attesa di affidarli a un genitore o a un parente residente negli Stati Uniti. Il processo però è lungo e tanti bambini sono costretti ad aspettare molto oltre le 72 ore previste dalla legge. Questo fa sì che la situazione non sia migliorata ed anzi il numero di minorenni bloccati al confine aumenti esponenzialmente. Nelle strutture i posti disponibili sono stati ridotti per la pandemia e questo accrescendo la pressione su un sistema di accoglienza già al collasso.
Per arginare il problema, Biden ha deciso di inviare al confine con il Messico la FEMA, la protezione civile statunitense, per organizzare alloggi in strutture religiose e da campo. Secondo le stime di un’inchiesta del Wall Street Journal, oltre al crescente numero di minorenni, soltanto nel mese di febbraio 2021, più di 100.000 migranti illegali sono in stato di fermo ai confini statunitensi. Se la situazione non verrà risolta in breve tempo, il neo presidente si troverà di fronte a una crisi umanitaria e politica senza precedenti.