La accuse contro Frontex (Agenzia europea per le frontiere) sbarcano al Parlamento europeo provocando una crisi istituzionale con pochi precidenti nella storia europea. L’agenzia è accusata di numerose violazioni, la più grave ipotizza un suo coinvolgimento nei respingimenti illegali dei migranti. Le autorità di Frontex sono inoltre accusate di aver effettuato incontri con lobbisti aziendali. In più, ci sono forti preoccupazioni per i casi di molestie che sono stati segnalati. Per tutti questi motivi, la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo (CONT) ha votato nella giornata di ieri, con ben 22 voti su 30 a favore, per il rinvio della decisione sull’approvazione del bilancio 2019 dell’agenzia. Tale scelta sarà probabilmente sostenuta anche dal Parlamento al completo, tramite una votazione prevista per il prossimo mese. Gli eurodeputati hanno deciso di pronunciarsi in tal modo nell’attesa che venga fatta chiarezza in merito a queste controversie. Se Frontex non riuscisse a chiarire tali questioni entro il terzo trimestre del 2021, il Parlamento potrebbe rifiutarsi definitivamente di approvare il suo bilancio del 2019. La decisione non avrebbe precedenti.
Diversi rapporti indipendenti hanno testimoniato le responsabilità di Frontex nei respingimenti dei migranti. Nei mesi scorsi 70 persone, tra cui diversi bambini ed una donna incinta, sono state obbligate a restare su un’isola situata sul fiume Evros/Meriçin (tra Grecia e Turchia) in seguito ad un respingimento illegale effettuato prima da parte delle autorità greche e successivamente dai militari turchi. I migranti sono rimasti per 4 giorni sull’isola, senza cibo né acqua e dovendo fare i conti con temperature gelide. In merito a tale situazione, BVMN (una rete indipendente di ONG e associazioni) ha pubblicato uno scambio di lettere effettuato con Frontex dal quale emerge il rifiuto dell’Agenzia di assumersi la responsabilità per la sicurezza delle persone e, dunque, la conseguente violazione della tutela dei diritti fondamentali.