Al via la nuova battaglia di Extinction Rebellion. Il movimento socio-politico internazionale ha in programma di intensificare la campagna contro il sistema bancario. In particolare, attraverso una serie di scioperi e proteste, lo scopo sarà quello di evidenziare il ruolo del settore finanziario nella crisi climatica. Già prese di mira la sede della Barclays Bank a Londra e la Banca d’Inghilterra, nonché le filiali di High Street in tutto il Regno Unito. Per questa settimana, invece, sono state pianificate diverse proteste di azione diretta. Un gruppo di attivisti, ad esempio, ha contratto prestiti per un totale di 4.000 sterline da Barclays. Rifiutandosi di restituirla, la somma è stata invece donata a Survival International.
Entro la fine del mese, inoltre, è in programma uno sciopero fiscale. Gli attivisti tratterranno circa il 3,5% dall’imposta sul reddito, ovvero – spiegano – la percentuale che il governo spende per “danneggiare il pianeta”. La quota sarà trattenuta per un anno. Se il governo non sarà completamente trasparente riguardo l’emergenza climatica e se non annullerà i “progetti distruttivi” per l’ambiente – annuncia il gruppo – la somma trattenuta sarà donata a Wilderlands. La denuncia avanzata da un recente report è tra le principali motivazioni che ha spinto Extinction Rebellion ad agire. Il documento, redatto da Rainforest Action Network, ha infatti sottolineato come le grandi banche continuino a riversare miliardi su petrolio, gas e carbone.
Questo gruppo di ambientalioti non è altro che l’ennesima creatura di Open Society Foundation (Soros), i suoi scopi sono diversi da quelli dichiarati