Dopo più di un anno dall’inizio della pandemia il Senato ha approvato nella giornata di giovedì l’ordine del giorno con il quale il governo è stato invitato ad istituire un protocollo unico nazionale per le cure domiciliari contro il Covid-19. Tale proposta, precedentemente firmata da tutti i gruppi parlamentari, è stata approvata con 212 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astensioni. Essa è arrivata dopo che nei mesi scorsi alcuni gruppi di medici italiani avevano rivendicato l’importanza della gestione domiciliare dei pazienti Covid, tra questi il Movimento Ippocrate [1]: medici, ricercatori, operatori della sanità e nel sociale che da tempo stavano curando i malati Covid tramite un trattamento diverso da quello finora stabilito dall’AIFA, la quale indica semplicemente la «vigile attesa» e l’utilizzo di fans e paracetamolo durante la prima fase della malattia. Contro le linee guida dell’AIFA si era schierato anche il Comitato Cura Domiciliare Covid, un gruppo di medici che aveva effettuato un ricorso al TAR il quale aveva generato un’ordinanza [2] con cui veniva riconosciuto il diritto dei medici di «prescrivere i farmaci secondo scienza e coscienza» in quanto non comprimibile nell’ottica di «una attesa potenzialmente pregiudizievole».
L’importanza delle cure domiciliari e della prevenzione è stata dimostrata anche da alcune ricerche scientifiche. In tal senso, uno studio francese ha suggerito che l’assunzione regolare di vitamina D [3] è «associata a Covid-19 meno grave e a migliori tassi di sopravvivenza», mentre una ricerca spagnola si è avvicinata a dimostrare in modo scientificamente incontrovertibile che bassi livelli di vitamina D determinano una maggiore mortalità tra i pazienti Covid. Inoltre, anche la vitamina C potrebbe essere utile per contrastare il virus. Infatti, uno studio [4] coordinato da un professore dal Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense dell’Università di Pavia e da un nutrizionista del CRIAMS (Centro Interdipartimentale delle Attività Motorie e Sportive) ha sottolineato che, anche se al momento non ci sono prove che l’integrazione di vitamina C possa proteggere le persone dal SARS-CoV2, nelle categorie ad alto rischio un’integrazione di vitamina C potrebbe ridurre la suscettibilità all’infezione ed il conseguente possibile sviluppo della malattia. In più, lo studio ha affermato che «dati interessanti sono emersi dall’uso ad alte dosi della vitamina C attraverso le somministrazioni endovenose», sulla base dei quali è stato ipotizzato un suo potenziale uso farmacologico per il trattamento delle polmoniti causate dal coronavirus.
Anche il modo di operare di altri paesi testimonia il peso delle cure domiciliari. Ad esempio in Russia già da un anno si utilizzano farmaci [5] per prevenire la malattia e per modificarne il decorso, i quali hanno permesso di ridurre nettamente i contagi. Inoltre, in Australia è da marzo 2020 che ci si preoccupa di spegnere sul nascere le infiammazioni provocate dal Covid così da evitare un peggioramento della malattia. Ma il caso più eclatante è quello di Cuba, dove fin da subito si è scelto di puntare tutto sull’assistenza capillare ai pazienti. A tal proposito il protocollo [6] di attuazione nazionale per il Covid-19 prevede 6 fasi, con cui si garantisce sia la prevenzione che la cura della malattia, che precedono l’eventuale ultima spiaggia: la terapia intensiva. Per quel che concerne i farmaci preventivi, il governo ha distribuito gratuitamente a tutta la popolazione il PrevengHo-vir, un rimedio omeopatico utilizzato da anni contro i disturbi respiratori acuti. Mentre, tra le medicine somministrate ai pazienti Covid va ricordato l’Interferone Alfa 2b [7], che secondo i dati Minsap (Ministero della salute pubblica di Cuba) è tra i principali motivi dell’ottima gestione della pandemia nel paese. A Cuba, infatti, si sono verificati solo 459 decessi dall’inizio della stessa.
Dunque sorge spontanea una riflessione: forse, se l’Italia non si fosse concentrata esclusivamente sul lockdown e sulle vaccinazioni di massa ma avesse prestato attenzione alle evidenze scientifiche ed al modo di operare di altri paesi, avrebbe potuto evitare la morte di molte persone.
[di Raffaele De Luca]