Domenica 11 aprile all’alba, nell’impianto nucleare di Natanz in Iran è stato scampato un disastro ambientale potenzialmente di gravi proporzioni: un improvviso black-out ha distrutto il sistema che alimenta le centrifughe sotterranee della centrale per arricchire l’uranio. Da subito si è sospettato che all’origine dell’incidente ci fosse un attacco deliberato.
L’Iran ha immediatamente parlato di un atto di «sabotaggio» e di «terrorismo nucleare». Il governo israeliano si era inizialmente rifiutato di pronunciarsi a proposito del proprio coinvolgimento nell’attacco, ma delle fonti dai servizi di intelligence sia statunitensi che israeliane lo hanno fatto al posto suo. Come riporta il New York Times, gli ufficiali, rimasti anonimi, hanno dichiarato che si è trattato di un cyberattacco orchestrato dal Mossad al fine di impedire agli Iraniani di arricchire l’uranio. Il premier israeliano Netanyahu ha poi indirettamente rivendicato l’attacco in occasione della conferenza stampa tenutasi a Gerusalemme con il Segretario della difesa USA Lloyd Austin l’11 aprile, affermando che «Usa e Israele convengono che l’Iran non dovrà mai possedere armi nucleari».
L’attacco alla centrale di Natanz è solo l’ultimo di una lunga serie di smacchi tra Iran e Israele. I due paesi sono impegnati ormai da un anno e mezzo in una vera e propria guerra navale. Uno scienziato nucleare e poco dopo un Comandante, entrambi figure di rilievo in Iran nonché nella lista degli obiettivi del Mossad, sono stati uccisi in circostanze sospette. Tutte queste tensioni, a cui si aggiunge l’ultimissimo attacco a Natanz, potrebbero complicare ulteriormente le trattative internazionali sul nucleare.
Da mesi Iran e Stati Uniti si trovano in una situazione di stallo riguardo all’accordo sul nucleare del 2015 e rimane incerto chi farà la prima mossa. L’accordo sul nucleare del 2015 impediva all’Iran di arricchire il proprio uranio oltre ad una soglia del 3,67%. In cambio, tutte le sanzioni europee ed americane dovevano immediatamente cessare. Le sanzioni però ci sono ancora e in risposta l’Iran ha inaugurato le sue nuove centrifughe per l’arricchimento dell’uranio al 20%. Biden sostiene che sia l’Iran a dover fare la prima mossa verso una riappacificazione, ma ovviamente l’Iran sostiene il contrario: uno scenario da guerra fredda che l’attacco a Natanz potrebbe esasperare.
[di Anita Ishaq]