A inizio aprile, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha richiesto al Congresso un budget per la difesa di 753 miliardi di dollari per il 2022, di cui ben 715 miliardi di dollari destinati al Pentagono, un numero ancora più alto del budget di 740,5 miliardi richiesto da Trump, dove al Pentagono spettarono 704 miliardi di dollari, aumentandolo così di 12,5 miliardi pari all’1,7%. L’intento di Biden è quello di dominare la scena politico-militare a livello mondiale, sovrastando la crescita della Cina. Pechino negli ultimi 10 anni ha aumentato la spesa militare di un ragguardevole 85%, ma il budget complessivo si ferma a 261 miliardi di dollari nel 2019, poco più di un terzo di quello americano. Ancor più lontana la Russia, che al comparto militare destina 65,1 miliardi, con un aumento del budget del 4,5% rispetto allo scorso anno e del 30% rispetto al 2010. Il piano del Pentagono include l’avanzamento di armi ipersoniche (missili capaci di raggiungere una velocità 5 volte superiore a quella del suono) nonché il rafforzamento della marina, con nuovi sottomarini in grado di trasportare un carico di missili tre volte superiore a quello odierno e navi autonome senza equipaggio di nuova generazione.
Secondo i dati del SIPRI (Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma), nel 2019 le spese militari globali hanno raggiunto i 1.917 miliardi di dollari incrementando del 3,6% rispetto all’anno precedente. Stati Uniti, Cina, India, Russia ed Arabia Saudita sono i Paesi che hanno speso di più, coprendo il 62% della spesa globale. È la prima volta in cui due Paesi asiatici sono arrivati tra i primi tre per spesa militare. L’Italia è il dodicesimo stato al mondo per spesa militare con 26,8 miliardi di dollari (24,7 miliardi di euro) con un budget incrementato dell’0,8% nell’ultimo anno. Secondo l’istituto di ricerca britannico, IISS l’Istituto Internazionale per gli studi strategici, la spesa globale per la difesa nel 2020 è aumentata del 6,3% rispetto all’anno precedente.
[di Federico Mels Colloredo]