Secondo quanto affermato da vari media dei paesi balcanici, esisterebbe un piano per smembrare la Bosnia-Erzegovina e completare il processo di disintegrazione dell’ex Jugoslavia. Il documento – riportato dal portale sloveno necenzurirano.si e intitolato “Balcani occidentali – la via da seguire” – è arrivato sulla scrivania del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, e sarebbe partito dall’ufficio del premier sloveno Janez Jansa – che a luglio si appresta ad assumere la presidenza del Consiglio dell’UE. Jansa si è affrettato a smentire mentre non ci sono ancora prese di posizione ufficiali da parte degli organi europei. Il premier albanese, Edi Rama, afferma di averlo visto e di averne parlato con Jansa.
Nello specifico, il documento articola tre proposte per ridisegnare i confini dei Balcani occidentali e porre quindi fine alle questioni nazionali irrisolte di serbi, croati e albanesi che risalgono alle guerre jugoslave e alla loro risoluzione. La prima proposta è quella di unificare l’Albania e il Kosovo andando a creare, in parte, quanto auspicato dai sostenitori della cosiddetta “Grande Albania”. La seconda proposta riguarda invece l’annessione alla Serbia della maggior parte dei territori facenti parte della Repubblica Srpska – entità serba appartenente alla Bosnia-Erzegovina. Infine, la terza proposta riguarda l’annessione da parte della Croazia dei territori a maggioranza croata appartenenti alla Bosnia-Erzegovina.
Preparato a marzo dopo una visita del presidente sloveno Borut Pahor a Sarajevo, il documento è un non-paper, ovvero un testo ufficioso senza intestazione e firma, utilizzato in diplomazia per tastare il terreno su questioni spinose e particolarmente delicate. Zeliko Komsic, membro croato della presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina, il 12 aprile, ha confermato che il presidente della Repubblica slovena ha chiesto agli esponenti della presidenza bosniaca se fosse stata possibile una separazione pacifica fra le varie componenti della Bosnia-Erzegovina, così da concludere il processo di stabilizzazione politica dell’area che permetterebbe l’adesione completa dell’intera regione all’UE.
Komsic si è dichiarato contrario all’iniziativa mentre il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik, che è Presidente di turno della presidenza collegiale bosniaca, ritiene che una divisione pacifica della Bosnia-Erzegovina sia da prendere in seria considerazione vista l’instabilità del sistema bosniaco. Secondo Sefik Dzaferovic, membro bosniaco musulmano della presidenza tripartita bosniaca, un tale piano di divisione della Bosnia-Erzegovina porterebbe a una nuova guerra nella regione balcanica che potrebbe interessare l’intera area europea.
I Balcani, regione considerata di rilevanza geostrategica, sono un crocevia di interessi diversi. Europa e Stati Uniti stanno portando avanti il processo di adesione all’UE e alla NATO di molti dei paesi dei Balcani occidentali mentre la Russia considera l’area balcanica come estremamente importante per la propria proiezione mediterranea. Da qualche anno a questa parte, la Turchia si è inserita con grande forza nello scacchiere balcanico portando avanti i propri interessi economici e strategici, sfruttando i movimenti islamici – anche terroristici – della regione.
Il documento, che allude al superamento degli accordi di Dayton firmati nel 1995 a conclusione della guerra nella Bosnia-Erzegovina, conflitto inserito all’interno delle guerre jugoslave svoltesi tra il 1991 e il 2001 all’indomani della dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, prospetta la ridefinizione dell’assetto complessivo della regione dei Balcani occidentali che continua ad essere centro di tensioni di vasta portata che vanno ben al di là delle regione stessa e che rischia di riaccendere le micce mai veramente sopite del tutto.
[di Michele Manfrin]