La Corte d’Appello di Torino ha messo nero su bianco, in una sentenza, che le forze dell’ordine hanno compiuto diversi atti illeciti nei confronti del movimento No Tav in Val di Susa. L’occasione è stata la sentenza in merito ai fatti del 3 luglio 2011, arrivata nel gennaio scorso, di cui sono state rese note solo ora le motivazioni, all’interno delle quali viene descritto il modo in cui la polizia ha operato quel giorno, quando centomila No Tav manifestarono contro l’opera.
A pagina 164 e 165 della sentenza (i cui stralci sono consultabili sul sito notav.info) i magistrati scrivono: «è emerso incontrovertibilmente che alcuni appartenenti alle forze di polizia presenti nel teatro degli scontri, senza giustificazione alcuna, adottarono condotte contrarie non solo ai propri doveri e funzioni ma anche in alcuni casi altamente pericolose, scagliando anch’essi sassi nei confronti dei manifestanti che li bersagliavano ed esplodendo ordigni lacrimogeni con un’angolazione insufficiente, ovvero con lanci tesi invece che a parabola, idonei in quanto tali a produrre non l’effetto di dissuasione che è insito nell’utilizzo di tale strumento di contrasto, ma il pericolo che i bossoli contenenti gas lacrimogeno colpissero direttamente quali proiettili alcuni dei manifestanti».
Le azioni della polizia vengono definite nella sentenza «oggettivamente illegittime, o comunque esorbitanti, rispetto al corretto esercizio dell’autorità». Inoltre, a pagina 134 della sentenza, si fa riferimento ad un fatto ben preciso e chiaramente illegale: «alle 13:51 […] si sente distintamente un appartenente alle forze dell’ordine che incita il collega – evidentemente addetto allo sparo di artifici lacrimogeni – con le frasi “dai tiraglielo” “lo vedi il bastardo qua sotto? se riesci a centrarlo, prendi la mira quando esce”».
Quanto contenuto in questa sentenza è ancor più istruttivo in questi giorni, dopo i fatti del 17 aprile, quando Giovanna Saraceno, attivista No Tav, è rimasta gravemente ferita – con due emorragie cerebrali e fratture multiple al volto – proprio da un lacrimogeno che l’ha centrata in pieno viso. Una dinamica prontamente smentita dalla polizia, ma testimoniata da diversi presenti e avvalorata dai video diffusi da parte degli attivisti, nei quali si vedono chiaramente agenti di polizia sparare lacrimogeni ad altezza d’uomo.