Le foreste sono vitali per il nostro pianeta. Oltre a contribuire alla tutela della biodiversità ospitando tantissime specie di animali, riducono gli effetti dei cambiamenti climatici e delle catastrofi naturali. Queste immense distese verdi forniscono materie prime, cibo e mezzi di sussistenza per tantissime popolazioni indigene, e fungono anche da polmoni della Terra, perché in grado di stoccare ingenti quantità di anidride carbonica. Purtroppo però, l’avidità dell’uomo le distrugge e le brucia, contribuendo a un danno ambientale irreversibile.
Danno, che in Belize alcune organizzazioni ambientaliste locali hanno voluto esorcizzare, comprando una parte della Selva Maya. Situata tra Belize, Guatemala e Messico, è la più grande foresta tropicale del Mesoamerica. Si parla di oltre 4 milioni di ettari di aree protette, le quali ospitano circa venti ecosistemi diversi e 600 mila individui di vari gruppi indigeni. In questo paradiso di biodiversità c’è un ulteriore punto preziosissimo, ma allo stesso tempo “tallone di Achille”: il Maya Forest Corridor. Si tratta di un collegamento tra le aree montuose e quelle forestali, il quale garantisce la sopravvivenza di molte specie di fauna selvatica, tra cui alcune a rischio estinzione. Questo “corridoio” però, negli ultimi dieci anni è stato ridotto del 65% a causa della deforestazione, il cui tasso è quadruplicato rispetto alla media del Belize, principalmente per fare spazio alle coltivazioni intensive.
Per questo motivo, gli ambientalisti hanno deciso di comprare 95 mila ettari di foresta, inizialmente appartenente a una società statunitense privata. Quando l’area è stata messa in vendita, una quindicina di organizzazioni, tra cui Global Wildlife Conservation, ha deciso di acquistarla per preservarla. L’annuncio è stato diramato proprio il 22 aprile, in occasione della Giornata della Terra. La nuova area protetta si aggiunge a quella della riserva del Rio Bravo, sotto la protezione di The Nature Conservancy.
[di Eugenia Greco]