Sono passati vent’anni dal primo tentativo di ripopolamento dell’orso bruno in Trentino. Era il 1996 quando partì il progetto europeo Life Ursus, nato con l’obiettivo di ridare vigore all’unica popolazione significativa di orso bruno nelle Alpi nostrane. Quello trentino è, infatti, l’ultimo baluardo alpino di una specie tanto emblematica quanto vulnerabile. Al tempo, 10 orsi provenienti dalle foreste slovene, furono catapultati nella più antropizzata provincia di Trento. Negli anni a seguire la popolazione effettivamente aumentò, ma l’entusiasmo iniziale fu presto spento quando si scoprì che i...
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I fondi stanziati dall’Europa per il progetto orso in Trentino non sono mai stati utilizzati in modo corretto. Avrebbero dovuto intraprendere iniziative di dissuasione verso gli orsi più problematici, ci sono tantissime tecniche che possono allontanare gli orsi dalle zone abitate come, avete precisamente scritto nell’articolo, la gestione più accurata dei rifiuti con dei bidoni appositi “anti orso”, il risarcimento puntuale e congruo di eventuali danni provocati dall’orso agli allevatori o alle strutture (prima fra tutte malghe o baite, arnie), l’adozione da parte degli allevatori di recinti elettrici, cani pastore (efficaci anche contro il lupo), e soprattutto la vigilanza! Gli allevatori sono abituati a lasciare e le greggi in montagna da sole, soprattutto la notte, e quindi dando facile vita ai predatori.
Ben vengano sensibilizzazioni sulla convivenza e sul comportamento da tenere, se servono a non uccidere questi animali e, al tempo stesso, non mettano in pericolo vite umane.
BUONGIORNO,
Sono convinto che la consapevolezza della convivenza tra umani e animali sia alla base di un un’equilibrio fattivo .
Naturalmente le forze in gioco sono sempre le stesse : politica votata al consenso, quindi in supporto delle persone che vedono solo rischi nell’animale, senza utilizzare come fondamentale il principio che il pianeta vive grazie ad un equilibrio della natura e noi umani siamo uno degli elementi di ciò e non i capi !