domenica 22 Dicembre 2024

La pubblicità di Facebook punta e profila i ragazzini

Facebook, il social network più utilizzato al mondo, consente agli inserzionisti di pubblicare annunci pubblicitari indirizzati ai minori dai 13 ai 17 anni che hanno interessi come: il fumo, l’alcool, il gioco d’azzardo e la perdita di peso. È quanto emerge da una recente ricerca di Reset Australia, un’organizzazione che si occupa di contrastare le minacce digitali alla democrazia, dalla quale si apprende che Facebook non controlla in maniera rigorosa il modo in cui gli inserzionisti utilizzano i dati personali dei giovani, cosa che consente a questi ultimi di inserire pubblicità potenzialmente pericolose nei loro confronti. Per dimostrare ciò, Reset Australia ha infatti sviluppato una campagna di «annunci dubbi» ed è riuscita ad ottenere l’approvazione per quelli indirizzati ai minori aventi ad oggetto la promozione del gioco d’azzardo (per i giovani interessati allo stesso), di immagini di fisici perfetti (per quelli interessati a perdere peso) e di chat con uomini ricchi (per le ragazze single ed interessate ai servizi di incontri online). Tali annunci ovviamente non sono stati pubblicati: sono stati creati solo per provare che Facebook non tuteli realmente i minori.

La maggior parte dei giovani, però, non condivide il fatto che i dati raccolti da Facebook siano utilizzati in maniera impropria. In tal senso Reset Australia ha effettuato un sondaggio nei confronti di 400 ragazzi di 16 e 17 anni che usano il social, dal quale è emerso che quasi due terzi degli intervistati sono contrari alla «profilazione a fini commerciali» ossia alla creazione di profili basati sui loro interessi ed utilizzati per «scopi di pubblicità commerciale». Essi hanno fornito risposte negative a riguardo «definendolo sbagliato o invasivo o desiderando una migliore regolamentazione per frenare la pratica». A tal proposito, l’organizzazione chiede norme più rigorose che proteggano in maniera migliore i dati dei giovani australiani. «Reset Australia chiede l’introduzione di un codice dati per i minori di 18 anni per far sì che i loro dati vengano acquisiti ed elaborati solo in modi che siano nel loro interesse. Ciò limiterebbe la profilazione per le pubblicità puramente commerciali. Un codice simile, inoltre, è già stato approvato nel Regno Unito ed è in arrivo in Irlanda».

[di Raffaele De Luca]

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