Il Segretario di Stato USA, Antony Blinken, in una lunga intervista a tutto tondo con la giornalista Norah O’Donnell, ha affrontato anche la questione legata al ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan. L’ex Presidente Trump aveva fissato come “deadline” il primo di maggio di quest’anno. L’attuale Presidente Biden ha poi posticipato il ritiro delle truppe all’11 settembre 2021, giorno simbolico a venti anni di distanza dagli eventi dell’11 settembre 2001, causando l’ira dei talebani. Nell’intervista Blinken ha affermato: «Solo perché le nostre truppe stanno tornando a casa non significa che ce ne andremo».
Il Segretario di Stato ha spiegato che gli Stati Uniti rimarranno con la propria ambasciata e che continueranno con il loro sostegno in ambito economico e umanitario. «Dobbiamo essere preparati per ogni scenario e lì ce ne sono una serie. Noi stiamo guardando questo in modo molto chiaro», ha anche affermato Blinken.
Infatti, vi avevamo già parlato di come il ritiro delle truppe ufficiali statunitensi sia, in realtà, pura propaganda e reale privatizzazione della guerra. Da una parte si prende tempo e dall’altra si mantiene sul campo funzionari, agenti segreti e migliaia di soggetti privati tra contractors militari e quelli civili del settore delle infrastrutture e dell’energia. Insomma, Blinken ci conferma che le parole dell’amministrazione USA non corrispondono con le intenzioni e i fatti. L’Afghanistan, in un modo o nell’altro, non verrà lasciato.
[di Michele Manfrin]