L’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) dello stato messicano del Chiapas, ha fatto salpare una sua delegazione verso l’Europa. I membri dello “Squadrone 421”, composto da quattro donne, due uomini e una donna transessuale, hanno lasciato domenica Isla Mujeres su di un vecchio veliero tedesco ribattezzato per l’occasione “La Montaña”. Il viaggio è intriso di significato. L’occasione è il 27° anniversario della rivoluzione zapatista. La missione è stata chiamata “Viaggio per la Vita, capitolo Europa” e vuole simulare una “invasione” dell’Europa in memoria della conquista del Messico da parte degli spagnoli 500 anni fa, per gridare all’Europa che i popoli indigeni delle Americhe non sono stati sconfitti e vinti e che il colonialismo occidentale non è riuscito a schiacciare le popolazioni originarie. L’arrivo è previsto tra circa sei settimane al porto di Vigo, in Galizia.
L’Ezln però non sarà solo. La carovana zapatista, oltre allo “Squadrone 421”, comprende varie realtà sociali e membri del Congresso nazionale indigeno. Il gruppo, nel suo insieme, comprenderà un centinaio di persone, tra donne, uomini e bambini. L’obiettivo della missione è quello di «risvegliare i popoli dall’invasione del capitalismo» e incontrare gruppi affini di 29 Paesi nel continente europeo, Italia compresa. Il viaggio è stato preceduto da una serie di comunicati da parte dell’Ezln, insieme a collettivi e movimenti sociali, e sarà accompagnato da una sorta di “diario”.
Sebbene fin dal settembre scorso si parlasse del tour zapatista, non solo europeo, l’annuncio ufficiale è arrivato il 1 gennaio 2021 con un comunicato in cui si fa appello a tutte le sorelle e i fratelli del mondo e in cui si dice: «Facciamo nostri i dolori della terra: la violenza contro le donne; la persecuzione e il disprezzo verso i diversi nelle identità affettive, emozionali, sessuali; l’annichilimento dell’infanzia; il genocidio contro gli indigeni; il razzismo; il militarismo; lo sfruttamento; l’espropriazione; la distruzione della natura». Nel comunicato si aggiunge: «Il carnefice è un sistema sfruttatore, patriarcale, piramidale, razzista, ladrone e criminale: il capitalismo. La consapevolezza che non è possibile riformare questo sistema, educarlo, attenuarlo, limarlo, addomesticarlo, umanizzarlo».
L’Ezln, nato nel 1983, formato perlopiù da indios discendenti dei Maya, è un movimento anticapitalista, anarchico-socialista e indigenista, il cui più famoso portavoce è stato il subcomandante Marcos (ritiratosi nel 2014, cambiando il nome in Galeano), vede oggi il subcomandante Insurgente Moisés come primo portavoce nonché guida della missione europea de “La Montaña”.
Nel comunicato rilasciato dall’Ezln il 1 gennaio si legge: «La certezza che la lotta per l’umanità è mondiale. Così come la distruzione in corso non riconosce frontiere, nazionalità, bandiere, idiomi, culture, razze; così la lotta per l’umanità è in ogni luogo e in ogni tempo».
[di Michele Manfrin]