Migliorano la resa e la qualità delle colture e contrastano l’impoverimento dei suoli. Sono solo alcuni dei benefici apportati dalle comunità microbiche selezionate dall’Enea. Gli scienziati dell’istituto di ricerca, nell’ambito di tre differenti progetti, hanno sviluppato comunità di batteri e funghi selezionando, in particolare, microrganismi promotori della crescita delle piante. I risultati dello studio hanno dimostrato che questi, se combinati con composti naturali bioattivi ed ammendanti, incrementano di molto la fertilità dei suoli. Potranno, inoltre, essere utili per bonificare terreni contaminati nonché al fine di ridurre l’utilizzo di acqua, fertilizzanti e pesticidi. Non finisce qui. Altre comunità microbiche selezionate sarebbero perfino in grado di favorire le coltivazioni nelle aree semi-aride e aride del Mediterraneo. Ad esempio, se l’orzo è sottoposto a stress idrico – ha evidenziato la sperimentazione – i batteri selezionati sono in grado di sostenerne vitalità e crescita.
La rigenerazione sostenibile dei suoli è sempre più una priorità internazionale. Ad oggi, infatti, circa un quarto della superficie terrestre è già stata danneggiata e, ogni anno, vengono persi oltre 24 miliardi di tonnellate di terreno fertile. La diretta conseguenza è una perdita di produttività di circa il 25% della superficie globale. «Questi consorzi microbici multifunzionali – sottolinea la ricercatrice Annamaria Bevivino – rappresentano un’alternativa sostenibile all’uso di pesticidi e fertilizzanti convenzionali, in quanto sono in grado di svolgere diverse funzioni, tra cui la fissazione dell’azoto e la solubilizzazione del fosforo nei terreni, favorendo lo sviluppo delle piante e rafforzando la resilienza del suolo agli stress».
[di Simone Valeri]
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