Tutto è iniziato nel 2013 quando, a soli diciotto anni, Boyan Slat ha lanciato la startup The Ocean CleanUp, basata sull’idea rivoluzionaria che lo ha reso famoso in tutto il mondo: edificare un raccoglitore di plastiche per ripulire il Pacifico. Il progetto è stato spiegato e illustrato in uno studio di oltre 500 pagine, pubblicato proprio da The Ocean CleanUp nel 2014. Con il suo team, Slat ha elaborato un sistema di ripulitura dell’acqua, consistente in un cordone galleggiante a forma di U, in grado di muoversi per mezzo delle correnti oceaniche e di filtrare anche le microplastiche millimetriche, senza danneggiare l’ecosistema marino.
Nel 2020, l’inventore ha annunciato che il progetto, dopo essere stato testato tra il 2016 e il 2018 nei mari del Nord, ha concluso la prima raccolta di spazzatura nell’oceano Pacifico, in particolare nei pressi della Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica grande quanto il doppio della stato del Texas, che galleggia tra la California e le Hawaii. Non solo. Sempre l’anno scorso, Slat ha dichiarato l’intenzione di costruire una nuova versione del raccoglitore, più robusta e potente, in grado così di trattenere i rifiuti inquinanti anche fino ad un anno prima che una nave cargo li prelevi. Per finanziare tale evoluzione, il giovane ha annunciato alla stampa di voler riciclare la plastica raccolta, per trasformarla e immetterla nel mercato sotto forma di gadget e oggetti da regalo ecosostenibili.
Oggi, il giovane inventore e la sua The Ocean CleanUp – diventata ormai un’associazione non-profit al cui interno lavora un team di oltre ottanta persone, compresi due italiani, l’ingegnere Roberto Brambini e il biologo marino Francesco Ferrari – hanno annunciato un’altra importantissima ideazione, questa volta per ripulire i fiumi. Si tratta di Interceptor, una barca ad energia solare in grado di raccogliere e trattenere i rifiuti galleggianti all’interno di una grande gola. Ciascuna chiatta sarebbe in grado di inghiottire, quotidianamente, trenta tonnellate di plastica, preservando i fiumi e, di conseguenza, i nostri mari. Per Boyan Slat infatti, è questa la chiave di tutto, poiché i fiumi costituiscono il percorso principale attraverso cui le plastiche e le microplastiche raggiungono i mari e gli oceani. Stando infatti ad uno studio pubblicato su Science Advances, l’80% dei rifiuti di plastica (tra gli 0.8 e i 2.7 milioni di tonnellate annue) riversati negli oceani, deriva da più di 1000 fiumi.
Dallo scorso novembre, Interceptor naviga sulle rive di Klang, in Malesia, e ogni giorno raccoglie tonnellate di rifiuti. Nei prossimi mesi, nuove imbarcazioni verranno messe in azione nel Rio Ozama (Repubblica Dominicana) e uno nel Vietnam del Sud.
[di Eugenia Greco]