Grazie al successo di un progetto di conservazione, le scimmie tamarino ‘leone nero’ del Brasile, ora, rischiano meno l’estinzione. L’iniziativa, parte di uno studio coordinato dall’Istituto di ricerca ecologica brasiliano, ha previsto la messo a dimora di 2,7 milioni di piante in trent’anni. Coprendo un’area complessiva di 6.000 ettari, il progetto ha migliorato le connessioni tra gli habitat forestali della specie minacciata. Il risultato è stato un miglioramento dello stato di conservazione del primate. Ma non è tutto. Lo studio, inoltre, ha dimostrato che i progetti di conservazione hanno maggiori probabilità di successo se vengono rispettate le esigenze delle comunità locali. Per creare una rete di corridoi forestali sono state infatti consultate le piccole aziende agricole del luogo. Il rimboschimento dell’area è stato così realizzato a partire da queste e con l’aiuto diretto degli agricoltori, donne in particolare.
Da un lato, quindi, la popolazione ha beneficato di entrate economiche extra e di nuovi posti di lavoro. Dall’altro, evitando conflitti con le comunità locali, il progetto si è potuto concretizzare. E il tamarino ‘leone nero’ (Leontopithecus chrysopygus), ora, è un po’ più al sicuro. La specie, considerata estinta per oltre 65 anni, è stata riscoperta solo nel 1970. Endemica della Foresta Atlantica dello stato di São Paolo, la scimmia è tuttavia particolarmente vulnerabile alla deforestazione e conseguente frammentazione. Gli scienziati hanno così deciso di connettere le diverse popolazioni rimanenti di primati attraverso la creazione di corridoi ecologici, ovvero habitat forestali lineari tra un frammento e l’altro di foresta. Senza il coinvolgimento delle comunità locali – spiega Mongabay – questo però non sarebbe stato possibile: il rimboschimento su terreni privati apre ora nuove strade vantaggiose sia per gli agricoltori che per la conservazione della biodiversità.
[di Simone Valeri]