Tra la notte di domenica 16 e il pomeriggio di lunedì 17 maggio 2021, più di 8000 migranti, prevalentemente marocchini, sono riusciti a raggiungere l’enclave spagnola di Ceuta. Tra questi c’erano anche almeno 1500 minorenni. Si sono mossi a piedi, con piccole imbaracazioni o a nuoto, approfittando della bassa marea. La Spagna ha risposto immediatamente, mandando l’esercito a bloccare gli arrivi e rimpatriando circa la metà dei migranti.
Il presidente di Ceuta Juan Jesús Vivas ha attribuito questo episodio, di portata senza precedenti, ad una “passività” delle autorità marocchine. Queste avrebbero lasciato che i migranti oltrepassassero i confini senza esercitare alcun tipo di controllo. Arrivi di migranti nordafricani attraverso le enclave di Ceuta e Melilla non sono una novità per la Spagna. Numeri così alti, però, non si erano ancora mai visti. Considerate le relazioni molto tese tra il Marocco e la Spagna, il sospetto generalizzato è che dietro questo episodio ci siano delle motivazioni di carattere politico.
Secondo il ministro dell’interno spagnolo Fernando Grande-Marlaska, a motivare questa lassità negligente da parte del Marocco sarebbe il fatto che la Spagna ha recentemente accolto in ospedale Brahim Ghali, considerato dalle autorità marocchine un nemico pubblico. Al momento l’uomo, che ha 73 anni ed è malato di covid, si trova a Logroño, nei Paesi Baschi.
Ghali è il leader del Fronte Polisario, movimento indipendentista dei Saharawi, un popolo berbero del Sahara occidentale. Quando il Marocco era colonia spagnola, il tribunale dell’Aja, nel 1975, aveva stabilito il diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi. Il Marocco però aveva negato loro tale diritto, portando ad una violenta ribellione. Nel 1991, il Marocco ha poi stipulato degli accordi con il popolo saharawi, ma ne ha nuovamente violato le condizioni. Recentemente, i Saharawi hanno quindi ripreso la lotta. Dopo più di 40 anni di conflitto, il Marocco ancora non riconosce il Fronte Polisario come legittimo. Le Nazioni Unite, e quindi anche la Spagna, invece lo riconoscono. Per questo il Fronte Polisario è al centro della rivalità tra i due paesi.
Per quanto un arrivo di migranti massiccio e motivato da ostilità politiche sia un fatto nuovo e inaspettato almeno per la Spagna, l’Europa è da un po’ che assiste a meccanismi di questo tipo. I migranti vengono utilizzati sempre di più come armi contro l’Unione Europea. Da anni la Turchia usa questo genere di tattica per ricattare l’Europa e lo stesso sembra star facendo anche la Russia con i rifugiati siriani. Oltre al fatto aberrante che dei disperati siano strumentalizzati politicamente da stati potenti e con forti interessi geopolitici, colpisce anche la fragilità dell’Europa, effettivamente terrorizzata e messa in scacco dalla sola idea di dover accogliere qualche migliaio di persone.
[di Anita Ishaq]