Pianificando l’abolizione delle ordinanze d’emergenza che attualmente li tutelano, Bolsonaro sta tentando di facilitare l’accesso ai territori di diversi popoli indigeni incontattati. Trafficanti di legname, imprenditori agricoli e accaparratori terrieri avrebbero così la strada spianata per devastare le risorse naturali di queste aree. Le conseguenze – denuncia Survival International – potrebbero essere letali. I popoli incontattati, per definizione, non sono mai entrati a contatto con l’uomo moderno. Questa particolare condizione di isolamento da un lato li tutela, dall’altro, li rende particolarmente vulnerabili. L’unica barriera tra questi e lo sfruttamento delle terre a loro indispensabili, è proprio questa serie di ordinanze che l’amministrazione Bolsonaro vorrebbe abolire. «Sono sette i territori attualmente protetti da queste misure – spiega Survival in un comunicato – tre di esse scadranno tra settembre e dicembre 2021, e sono particolarmente a rischio».
Uno dei territori è quello dei Piripkura, un popolo già decimato da diversi massacri e la cui foresta è stata disboscata di oltre 900 ettari in un solo anno. Un altro caso è quello del territorio di Ituna Itatá, preso di mira da un senatore vicino a Bolsonaro che sta chiedendo che le dimensioni di questo vengano drasticamente ridotte. Politici statali e federali legati al settore del taglio del legno, dell’allevamento e del business agricolo stanno puntando, invece, ad altri territori. «Il Presidente Bolsonaro – ha concluso Survival – è fortemente favorevole a questi letali tentativi di accaparramento di terre, e ha esplicitamente detto di voler aprire tutti i territori indigeni allo sfruttamento».
D’altronde, non dovrebbe sorprendere. Dal suo insediamento, i tentativi di ridurre la tutela dei popoli indigeni sono stati molteplici. Come quello, forse tra i primi, di trasferire le funzioni del Funai, deputato alla gestione delle riserve indigene, al Ministero dell’Agricoltura. Fortunatamente fallito grazie ad una decisione del Congresso Brasiliano. Ma il Brasile, uno dei paesi che ospita il più alto numero di popoli incontattati, continua ad essere governato da chi, vent’anni fa, ha pronunciato queste parole: «È un peccato che la cavalleria brasiliana non sia stata efficiente quanto quella americana nello sterminare i suoi Indiani».
[di Simone Valeri]
Semplicemente spaventoso