venerdì 27 Dicembre 2024

Serve migliorare ma il primo obiettivo è raggiunto: il 17% del Pianeta è protetto

Oggi si può affermare che importanti progressi sono stati compiuti nella preservazione del nostro pianeta. Il Protected Planet Report 2020, rapporto biennale pubblicato col contributo di National Geographic Society, riporta i traguardi raggiunti in relazione all’Aichi Biodiversity Target 11, l’obiettivo globale decennale richiedente la conservazione di almeno il 17% delle aree terrestri e di acque interne, e il 10% delle aree costiere e dell’ambiente marino. Il rapporto indica che il 16,64% degli ecosistemi terrestri e delle acque interne, e il 7,74% delle acque costiere e oceaniche sono attualmente aree protette e conservate, mostrando che negli ultimi dieci anni, la superficie terrestre preservata è aumentata di oltre 21milioni di Km2. Considerando che molte aree protette della Terra restano non dichiarate, quando anche i dati di queste saranno resi disponibili, verrà chiaramente dimostrato il superamento dell’obiettivo di protezione del 17%.

Il Protected Planet Report 2020 però, specifica che, nonostante i buoni risultati ottenuti, ci sono ulteriori obiettivi da raggiungere. Il primo è migliorare la qualità delle aree protette per ottenere dei cambiamenti positivi, sia per le persone che per la natura. Questo perché la biodiversità è sempre a rischio e continua a diminuire, anche all’interno delle zone preservate. Inoltre queste ultime, ove possibile, devono essere ben collegate tra loro, al fine di consentire agli animali di spostarsi e, di conseguenza, ai processi ecologici di funzionare. Tuttavia, stando ai dati, meno dell’8% del territorio è sia protetto che connesso.

Un altro punto importante del rapporto riguarda le gestione delle aree. Nello specifico si richiede di identificarle, tenendo anche conto delle popolazioni indigene, delle comunità locali e delle entità private, riconoscendone i diritti ma anche le responsabilità. Non solo. Viene inoltre specificato quanto sia importante considerare gli sforzi di conservazione dei nativi, poiché sono i primi custodi delle aree protette e quindi fondamentali per il futuro dell’ambiente. È quindi anche necessario gestire in modo equo questi territori e fare in modo che i costi di conservazione non gravino sulle popolazioni locali.

Questi punti rientrano nel prossimo grande obiettivo che le comunità internazionali dovranno impegnarsi a raggiungere, il quale verrà trattato durante la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, che si terrà prossimamente a Kunming (Cina): garantire la preservazione del 30% di terra, acqua dolce e marina, entro il 2030.

[di Eugenia Greco]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria