La Fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze) si definisce un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro che dal 1996 favorisce «la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche» e che, da quando è iniziata la pandemia causata dal Covid-19, fornisce una «tempestiva e costante informazione indipendente sull’emergenza» grazie al suo team che «analizza ogni giorno i dati della pandemia e della campagna vaccinale». Tuttavia la tanto decantata indipendenza della Fondazione non sembra sussistere realmente, in quanto all’interno del suo stesso sito tra le “fonti di finanziamento” compaiono i nomi di alcune case farmaceutiche produttrici dei vaccini anti Covid: AstraZeneca, Pfizer e Janssen (azienda della società farmaceutica Johnson&Johnson), con cui Gimbe afferma di aver lavorato. Oltre a ciò, la Fondazione offre anche servizi a pagamento ad enti sia privati che pubblici, tra i quali spiccano i corsi di formazione venduti ai principali enti sanitari nazionali e locali: l’Istituto superiore di sanità (Iss) e l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Dunque, non solo Gimbe non risulta essere realmente indipendente, ma difatti non è nemmeno una “organizzazione senza scopo di lucro”, in quanto non riceve denaro esclusivamente tramite le donazioni. In più, questo modo di operare contrasta con lo statuto della Fondazione, nel quale si legge che uno degli obiettivi è quello di «migliorare l’etica e l’integrità della ricerca».
A tutto questo si aggiunga che, secondo il deputato della Lega Claudio Borghi, ci sarebbe un precedente enigmatico da chiarire: un contributo pubblico di 39.500 euro erogato a Gimbe nel 2018 dall’Istituto Superiore di Sanità per una collaborazione scientifica e firmato da Walter Ricciardi. Si tratta di colui che nel 2016 si era aggiudicato il “Premio Evidence” di Gimbe e che attualmente riveste il ruolo di consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza. Sulla base di ciò, il deputato ha spiegato al quotidiano Il Giornale di essere interessato a comprendere «quali siano i rapporti della Fondazione con il Ministero della Salute, con Iss e con le istituzioni sanitarie locali», se essa «partecipi ai processi decisionali della politica sull’emergenza Covid», se «riceva o meno finanziamenti pubblici» e, nel caso in cui li riceva, Borghi vorrebbe capire «da chi vengano erogati ed a fronte di quali servizi». Così Il Giornale ha cercato di porre tali domande a Gimbe, che però al momento si è rifiutata di fornire delle risposte a riguardo.
Eppure si tratta di questioni di notevole importanza, dal momento che le previsioni (spesso catastrofiche ed a volte errate) e le analisi della Fondazione vengono riportate dai mass media ed accolte positivamente dagli esperti che, indirettamente, sottolineano l’affidabilità delle stesse. È chiaro, però, che la loro attendibilità in realtà non sia così scontata ed un conflitto di interessi (dovuto ai finanziamenti ricevuti dalla Fondazione) sembra quantomeno plausibile: siccome le analisi condotte da Gimbe hanno ad oggetto i dati forniti dall’Iss, e quest’ultimo risulta essere tra i finanziatori della Fondazione, è improbabile che vi sia una totale imparzialità da parte della stessa. Dunque ci si chiede perché, nonostante Gimbe sia inevitabilmente legata a Big Pharma ed agli enti pubblici, venga ancora oggi presentata come un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro.
[di Raffaele De Luca]
L’Era della Spranga, risanamento e vera pulizia.
E’ ormai alle porte.
Adesso si comprende in modo chiaro per quale motivo il nostro carissimo ministro della salute ,Roberto Speranza , era contro le cure domiciliari ……bravo !!!! Caro ministro se pensi di essere al sicuro stai sbagliando !!!!!!! prima o poi la verità arriverà anche in televisione ed allora si che saranno cazzi amari….
Ma lui è solo uno di facciata, sparito lui ne arriva un altro