martedì 5 Novembre 2024

Un minuscolo animale è tornato a vivere dopo 24.000 anni di congelamento 

Uno straordinario evento scientifico è di recente accaduto: un microscopico essere vivente, prelevato dal permafrost siberiano, si è ripreso e riprodotto nonostante sia rimasto congelato per 24mila anni. Un’importantissima prova, hanno affermato i ricercatori, la quale potrebbe dimostrare che gli organismi multicellulari sono in grado di resistere per moltissimo tempo in criptobiosi, uno stato di metabolismo quasi completamente arrestato. Degli esseri viventi ritrovati esiste il discendente, un invertebrato microscopico chiamato rotifero. Si tratta di un piccolissimo verme acquatico, il quale vive in tutti gli specchi d’acqua dolce del mondo e possiede la capacità di sopravvivere a condizioni estreme, quali il congelamento e la disidratazione. Studi precedenti hanno infatti dimostrato che questo è in grado di rimanere in uno stato latente, in cui l’organismo rallenta drasticamente tutte le funzioni biologiche, anche per un decennio.

Il campione di permafrost è stato raccolto a 3,5 metri sottoterra presso il fiume Alazeya, nella Siberia nord-orientale. Questo conteneva terriccio ricco di ghiaccio del tardo Pleistocene, con all’interno una serie di organismi, tra cui i rotiferi. In laboratorio, le creature si sono riprodotte per partenogenesi, cioè clonazione asessuata, l’unico modo in cui questi possono riprodursi. Il team di ricerca ha selezionato casualmente 144 degli individui del ceppo che si era ripreso e li ha congelati nuovamente per una settimana, a una temperatura di -15° C. I sopravvissuti sono stati poi confrontati con i simili contemporanei, anche loro congelati e rianimati. Il confronto ha dimostrato che gli antichi rotiferi non sono significativamente più resistenti al congelamento dei loro successori.

Il processo per cui questi esseri viventi riescano a sopravvivere anche migliaia di anni in quelle condizioni è ancora un mistero. Gli scienziati sperano infatti di, conducendo ulteriori ricerche, arrivare ad identificare tale meccanismo. Un passo che, hanno affermato, potrebbe forse aiutare ad escogitare un modo per proteggere le cellule di organismi più complessi.«Naturalmente, più l’organismo è complesso, più è difficile conservarlo vivo congelato e, per i mammiferi, non è attualmente possibile. Tuttavia, passare da un organismo unicellulare a un organismo con un intestino e un cervello, sebbene microscopici, è un grande passo avanti» hanno spiegato.

[di Eugenia Greco]

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