In Grecia, il Parlamento ha approvato con 158 voti a favore e 142 contrari un controverso provvedimento: si tratta di una legge che introdurrà orari di lavoro flessibili consentendo così giornate lavorative di 10 ore. Essa, determinando un aumento del numero di ore, contrasta con i passi in avanti che nel corso della storia sono stati fatti in Europa per ciò che concerne l’orario settimanale lavorativo, che è stato progressivamente diminuito. Inoltre, secondo i lavoratori negherà loro il diritto di scioperare in quanto prevede che sia assicurata la presenza dei servizi pubblici in caso di proteste e che siano responsabilizzati penalmente i sindacati grazie all’introduzione di sanzioni per l’eventuale interruzione della prestazione lavorativa a causa di uno sciopero.
Per questo, migliaia di cittadini sono scesi in piazza nella giornata di ieri per protestare contro tale provvedimento. Nello specifico, non solo le persone si sono riversate nelle strade, ma vi è stato anche il disagio creato dal personale del trasporto pubblico, in quanto il trasporto urbano ad Atene è stato interrotto. In più, i servizi di traghetto per le isole greche sono stati bloccati per 24 ore. Si tratta della seconda volta in una settimana che si verificano delle proteste contro questa legge ma, nonostante ciò, essa è stata appunto approvata ugualmente.
Detto questo, tale decisione sembra anche essere priva di fondamento dato che un quantitativo maggiore di ore di lavoro non pare essere connesso ad una maggiore produttività. A tal proposito basterà ricordare l’esperienza della Spagna, dove negli scorsi mesi è stato lanciato un progetto volto a testare la settimana lavorativa di 4 giorni. Ciò è stato fatto proprio perché essa è una delle nazioni europee dove si lavora più duramente, il che ha però pochi effetti sulla produttività. Anzi, un maggior numero di ore lavorative sembra essere collegato ad assenteismo, stress e burnout.
[di Raffaele De Luca]