In Trentino Alto Adige, interi reparti sono a rischio chiusura in quanto molti operatori sanitari rifiutano di sottoporsi al vaccino anti-Covid. Per questi ultimi infatti è stato introdotto l‘obbligo di vaccinazione, e per coloro che non lo rispettano sono previste sanzioni che possono andare dallo svolgimento di lavori differenti (che non determinano il rischio di contagio) alla sospensione dall’attività lavorativa. E tali misure si avvicinano sempre più per centinaia di operatori non vaccinati in servizio nelle strutture sanitarie dell’Alto Adige, lo si apprende da un recente servizio del TG3 regionale. Nello specifico, esso ha reso noto che circa 330 dipendenti non presentatisi all’appuntamento fissato dall’Azienda sanitaria per la somministrazione saranno obbligati a rimanere a casa senza stipendio fino a fine anno o saranno spostati ad altra mansione. A tal proposito, il servizio parla delle lettere da inviare a loro: venticinque di esse sono già in fase di notifica e altre 300 seguiranno nei prossimi giorni.
Detto ciò, gli operatori che a breve riceveranno la lettera non sembrano essere gli unici a non essersi vaccinati, infatti secondo le stime dell’azienda sanitaria sono circa 900, in totale, i dipendenti che non si sono sottoposti al siero. Per questo, non solo i colleghi vaccinati temono che l’ondata di sospensioni abbia inevitabili ripercussioni su ferie e riposi ma, in più, vi è il concreto rischio che ciò possa gravare sulle adeguate prestazioni sanitarie in interi reparti, in maniera particolare all’interno degli ospedali periferici. Si tratta, però, di un’ovvia conseguenza: come abbiamo recentemente sottolineato, portare a termine la sospensione dei sanitari non vaccinati significherebbe, inevitabilmente, andare a danneggiare ulteriormente il sistema sanitario pubblico.
[di Raffaele De Luca]
Italia, unico paese dell’Europa dove vige un obbligo vaccinale… MAH!