Lo spettro della repressione e del securitarismo si aggira per l’Europa. Anche la Germania ha adottato un disegno di legge che permette la sorveglianza di massa e la repressione immediata e tempestiva di ciò che è ritenuto lesivo per lo Stato e la Costituzione tedesca. La giustificazione è quella di combattere il terrorismo e l’estremismo di destra ma ciò che sembra fare è mettere un faro acceso su tutta quanta la popolazione.
Il Bundestag ha adottato il disegno di legge del governo federale “sull’adeguamento della legge sulla protezione della costituzione”(19/24785, 19/24900) modificato dalla commissione per gli affari interni (19/30477). In una votazione per appello nominale, 355 deputati hanno votato a favore del disegno di legge mentre 280 lo hanno respinto; quattro le astensioni. In una seconda riunione, i gruppi di opposizione avevano votato contro la bozza del governo.
Ai servizi di intelligence e alle forze di sicurezza e polizia vengono conferiti «poteri supplementari di informazione attraverso il regolamento sulla sorveglianza delle telecomunicazioni, compresi i servizi di messaggistica». Secondo il ministero federale dell’Interno questo potere risulta essere particolarmente importante per il monitoraggio della comunicazione digitale e criptata da software di crittografia.
Nell’acceso dibattito al Bundestag si è parlato di «proporre nuovi poteri di controllo» e si è detto chiaramente che tale controllo sarà totale. Non sapendo dove possa nascondersi l’islamismo radicale o l’estremismo di destra, il controllo deve essere capillare e riguardare tutta la popolazione tedesca.
Non solo la Germania. Ad aprile fu la volta della Francia che varò la “legge sulla sicurezza globale” che, tra le altre cose, ha introdotto il reato per chiunque diffonda immagini in grado di «danneggiare l’integrità fisica e morale» degli agenti di polizia.
Ad inizio giugno la Gran Bretagna ha adottato una legge, intitolata Police, Crime, Sentencing and Courts Bill, che ha istituito nuovi poteri per la polizia, consentendole di decidere se una protesta è giustificata o meno, imporre un orario di inizio e di fine e chiudere una protesta sul posto, con motivazioni molto generiche e aleatorie.
[di Michele Manfrin]
Stefano Rodota’ si rivolta nella tomba
Viene da ridere pensando alle parole di Draghi sulle libertà, quando ha attaccato il primo ministro ungherese.
Ipocrisia galoppante.
Fuori di testa.
Libertà e privacy ormai sono optionals.