Non è insolito che occasionalmente emerga un documento evidenziante informazioni che i Governi avrebbero grandemente preferito mantenere occultate, almeno formalmente. Molto spesso si tratta dei proverbiali segreti di pulcinella, dettagli che non sorprendono nessuno, ma che le forze politiche si guardano bene dal dichiarare ad alta voce. Altre volte invece non è così. È quanto successo all’esercito turco che ha rivelato il dettagliato piano (con tanto di cartine e power point esplicativi) per invadere e conquistare in caso di guerra 131 isolotti e formazioni rocciose la cui sovranità è contesa con la Grecia.
La redazione del Nordic Monitor, un giornale d’inchiesta turco, è incappata in una presentazione di sedici diapositive che ha lo scopo di illustrare ai cadetti militari turchi quali siano le potenziali strategie di attacco con cui invadere le isole dell’Egeo, isole greche i cui confini marittimi sono riconosciuti da Egitto, Italia e da buona parte dell’Unione Europea, ma non da Ankara.
Negli anni, la Turchia non ha mai nascosto il suo malcontento sul come siano stati disegnati i confini delle sue coste e la sua frustrazione si è solamente intensificata, da che la Eni ha intercettato nel 2015 vasti giacimenti di gas naturali nell’area di mare che divide Cipro dall’Egitto. Da allora, la nazione ha deliberatamente e reiteratamente ignorato le limitazioni burocratiche pur di cercare i depositi delle preziosissime risorse naturali, con l’isola greca di Kastellorizo che ormai incarna l’apice del contenzioso tra i due Governi.
Almeno ai fini dello sconfinamento, insomma, l’invasione turca è già argomento di cronaca, tuttavia resta nondimeno preoccupante lo scoprire che le truppe controllate dal Presidente Recep Tayyip Erdoğan abbiano già sottomano un piano di conquista tanto esplicito. Tanto più soppesando il fatto che si tratta del progetto con il quale un paese membro della Nato ipotizza di invadere quello che in teoria è un alleato facente parte della stessa alleanza militare.
Nella presentazione si parla infatti della possibilità di entrare in possesso di 131 isole e formazioni rocciose, qualora dovesse esplodere un conflitto armato utile a sottrarre i territori ad Atene. Il segreto della vittoria sarebbe quello di assegnare a un gruppo di comando specializzato – noto come Müşterek Özel Harekat Görev Birliği Komutanliği (MÖHGBK) – il coordinamento di squadre di attacco composte da pochi uomini ben addestrati, una cuspide che potrebbe vantare il sostegno di jet e navi da guerra.
Stando alle fonti, le diapositive in questione sarebbero emerse per una leggerezza nell’archiviazione di alcune carte di tribunale, una svista tanto macroscopica che è lecito sperare che le strategie non siano altro che una forma di esercitazione puramente intellettuale e ipotetica. O che siano magari una forma di propaganda utile a convincere i giovani militari che la nazione abbia mire espansionistiche, così da distogliere la loro attenzione dai problemi interni al Paese.
La posizione geografica e politica della Turchia ha permesso a Edogan di adottare atteggiamenti audaci che sono comunque stati tollerati dagli alleati Nato, tuttavia è difficile credere che un attacco esplicito a un paese dell’Unione Europea possa in qualche modo sfociare in soluzioni convenienti ad Ankara. Ci sono molte opzioni diplomatiche più efficienti e meno pericolose della guerra su cui la nazione potrebbe far leva per ritrattare.
[di Walter Ferri]