lunedì 25 Novembre 2024

Europa: da oggi al bando prodotti in plastica monouso, per l’Italia non pochi problemi

La direttiva europea sulla plastica monouso (SUP), approvata nel 2019, entra oggi in vigore: l’obiettivo è quello di ridurre «l’impatto di determinati prodotti in plastica nei confronti dell’ambiente». In tal senso, essa mette al bando alcuni oggetti in plastica monouso, ossia piatti e posate, cannucce, cotton fioc, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori in polistirolo per alimenti e bevande. Si tratta dei prodotti che più frequentemente si trovano sulle spiagge dell’Unione: si stima che questi ultimi rappresentino circa l’86% della plastica monouso lì presente. Essi potranno continuare ad essere venduti nei negozi fino ad esaurimento scorte, dopodiché saranno proibiti del tutto.

Tale divieto rappresenta senza dubbio un primo passo verso la riduzione dell’impatto ambientale, ma non costituisce una svolta definitiva. Infatti, dalla direttiva SUP sono esclusi diversi prodotti usa e getta tra cui: bottiglie per acqua e bibite, flaconi di detergenti e detersivi e bicchieri di plastica, per i quali la direttiva prevede solo una riduzione del consumo. La logica di questa scelta è la seguente: tali prodotti sono più difficili da sostituire con alternative ecologiche e per farlo c’è bisogno di molto tempo nonché di importanti investimenti e di un radicale cambiamento culturale. Diversa invece la situazione per gli oggetti al bando, che possono essere più facilmente sostituiti da quelli biodegradabili.

Detto ciò, sulle bioplastiche e sulle alternative alla plastica monouso è nato un contenzioso tra l’Italia e la Commissione europea. Infatti il nostro Paese ha recepito, tramite la legge 53/2021, la direttiva europea, tuttavia ha completamente escluso dal bando le plastiche usa e getta compostabili (ovvero che possono essere trasformate in fertilizzante compost). La direttiva dell’Ue infatti non fa alcuna distinzione fra oggetti in plastica tradizionale (non biodegradabile) e quelli in plastica bio, tra cui appunto quella compostabile. E l’Italia non solo non ha fatto rientrare tali plastiche nel divieto, ma ha anche chiesto di riconsiderare le linee guida della Commissione per l’applicazione della direttiva sulle plastiche monouso.

Inoltre, un altro problema è sorto per la carta plastificata (con un contenuto di polimero inferiore al 10% del peso totale): seppur la direttiva Ue non menzioni tale prodotto, le linee guida approvate a maggio hanno esteso il divieto anche a quest’ultimo ed hanno generato non poca preoccupazione in Italia. La nostra nazione infatti produce grandi quantità di carta plastificata ed i lavoratori del settore packaging cartaceo sono 50.000: allargando il divieto anche ad essa si mette ovviamente in crisi l’industria cartaria italiana, il che si aggiunge ai colpi inferti dalle restanti decisioni sulle plastiche monouso contenute nella direttiva, in quanto l’Italia detiene il 60% del mercato europeo dell’usa e getta con 280 aziende ed un fatturato annuale da 815 milioni di euro.

Ad ogni modo, questo scontro tra l’Ue e l’Italia dovrebbe placarsi dato che in seguito ad un colloquio fra il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ed il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, la Ue ha accolto le obiezioni dell’Italia e si è impegnata a riconsiderare le linee guida della direttiva nel senso richiesto dal nostro governo. A tal proposito però, premesso il fatto che le possibili ripercussioni a carico di economia e lavoro costituiscano un tema di fondamentale importanza, va ricordato che non si tratta certamente della prima volta che il ministro Cingolani agisce in prima persona per attuare politiche non ambientalmente sostenibili. Basterà ricordare che nei mesi scorsi ha firmato 7 decreti Via (Valutazione impatto ambientale) aventi ad oggetto altrettanti rinnovi di concessioni minerarie, progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione in diverse regioni d’Italia. Non di certo una scelta all’insegna della “transizione ecologica”.

[di Raffaele De Luca]

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