Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella giornata di ieri un decreto legge che contiene misure urgenti volte a tutelare le vie d’acqua di interesse culturale ed a salvaguardare la città di Venezia. Infatti, a partire dal primo agosto, sarà vietato alle grandi navi il transito nel Bacino di San Marco, nel Canale di San Marco ed in quello della Giudecca. Nello specifico, il divieto riguarda quelle dotate di almeno una delle seguenti caratteristiche: più 25.000 tonnellate di stazza lorda, scafo al galleggiamento lungo più di 180 metri, tiraggio aereo superiore a 35 metri (escluse le navi a propulsione mista vela-motore) ed impiego di combustibile in manovra con contenuto di zolfo uguale o superiore allo 0,1%.
Nel decreto sono anche previsti risarcimenti per gli operatori del settore danneggiati da questa decisione (compagnie di navigazione, gestori dei terminal e società erogatrici di servizi) grazie all’istituzione di un fondo ad hoc. In più, le navi potranno attraccare a Marghera, dove vi saranno non più di cinque punti di approdo che però, come sottolineato anche dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, sono «temporanei». Per questi ultimi sono previsti investimenti complessivi da 157 milioni di euro ed i primi saranno realizzati dal prossimo anno. Inoltre, per procedere celermente alla progettazione, all’affidamento ed all’esecuzione di queste opere il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale viene nominato commissario straordinario.
Tale decreto rappresenta indubbiamente una vittoria per il movimento No Grandi Navi, uno storico comitato di cittadini di Venezia che dal 2012, anno in cui a largo dell’Isola del Giglio la Costa Concordia si schiantò provocando la morte di 32 persone, si batte in città per l’estromissione delle navi da crociera dalla laguna di Venezia. E lo fa non solo appunto per denunciare i rischi civili provocati dal transito delle grandi navi ma anche quelli ambientali. In tal senso basterà ricordare che, come dimostrato da una ricerca condotta dall’Istituto di scienze marine del Cnr di Venezia, il passaggio di queste ultime ha reso i fondali della laguna martoriati da crateri, buche e solchi scavati da chiglie o eliche.
[di Raffaele De Luca]