Mercoledì 4 agosto, il governo messicano ha preso una decisione senza precedenti: fare causa per ben 10 miliardi di dollari a 11 produttori e distributori di armi statunitensi, presso una corte federale a Boston. L’accusa è di aver causato, attraverso pratiche commerciali illegali e negligenti, un bagno di sangue in Messico. Tra i produttori denunciati, Smith & Wesson Brands, Barrett Firearms Manufacturing, Beretta USA, Colt’s Manufacturing Company LLC, Glock e Interstate Arms. Queste aziende sarebbero responsabili della produzione e distribuzione di due terzi delle oltre 500.000 armi che ogni anno vengono trasportate oltre il confine.
Secondo il governo messicano, questi grossi produttori sono consapevoli del fatto che le loro pratiche contribuiscono al traffico di armi in Messico (una vera e propria piaga per il paese). Anzi, considererebbero i criminali alcuni dei loro migliori potenziali clienti. Adattando all’occorrenza la produzione alle loro esigenze, anche estetiche. Secondo il ministro degli esteri Marcelo Ebrard, queste aziende non solo faciliterebbero il traffico di armi in Messico, ma ne sarebbero assolutamente dipendenti da un punto di vista commerciale.
Si stima che il 70% delle armi presenti in Messico provengano dagli USA, e solo nel 2019 17.000 omicidi da arma da fuoco sono stati collegati ad armi trafficate (due terzi del totale). Secondo le stime governative, i danni causati dal traffico di armi ammonterebbero al 2% del pil del paese. Ma oltre ai 10 miliardi di risarcimento, il governo messicano chiede anche maggiori controlli sul commercio e più funzionalità di sicurezza sulle armi stesse.
Chiaramente, la NSSF (National Shooting Sports Foundation Inc.) non ha riconosciuto la legittimità delle critiche sporte dal Messico. Anzi, sostiene che, se esiste un traffico di armi presso i cartelli della droga, è unicamente responsabilità del governo locale. Nessuna delle aziende, per il momento, ha reagito.
Quello tra USA e Messico è un confine molto poroso: ci sono pochi controlli ed è piuttosto facile trasportare armi da una parte all’altra. Armi di produzione statunitense sono infatti frequentemente usate dalle gang locali, per omicidi, atti di terrorismo contro i civili e anche per attacchi rivolti allo stato.
Secondo uno studio realizzato da organizzazioni messicane ed internazionali, 13 dei 15 milioni di armi presenti in Messico non sono registrate regolarmente, e ben 2.000 arrivano ogni giorno dal confine con gli USA. Il Messico, negli ultimi 17 anni, è stato vessato dalla violenza, con 29 morti violente ogni 100.000 abitanti.
Al momento non è chiaro come gli USA risponderanno a queste accuse, se lo scontro avrà effetti di tipo diplomatico sui rapporti tra i due paesi. Si tratta comunque di un momento di portata storica: per la prima volta vengono fatti nomi, nero su bianco, e vengono esplicitamente collegate le morti di civili messicani con l’ipersviluppato e sregolato mercato delle armi americano.
[di Anita Ishaq]