venerdì 22 Novembre 2024

La guida assistita salva la vita a un conducente, ma nasconde alcuni rischi

La guida assistita è indubbiamente un’evoluzione tecnologica non da poco ma, nonostante le automobili più moderne e sofisticate possano esserne dotate, ci sono degli aspetti che potrebbero rappresentare armi a doppio taglio. È fresca la notizia di un giovane conducente norvegese scampato a morte certa grazie alla guida assistita. Il ventiquattrenne ha perso conoscenza mentre era al volante della sua Tesla la quale però, per via dell’optional, non ha sbandato. Questa è rimasta nella corsia e, dopo qualche chilometro, ha rallentato per poi fermarsi con le quattro frecce in una galleria. I soccorsi sono giunti sul posto cinque minuti dopo l’arresto del veicolo. Essendo il conducente visibilmente ubriaco, è stato sottoposto al test, il quale ha confermato l’abuso di alcolici. La guida assistita ha quindi evitato una probabile disgrazia.

Certo, alcune cose sono ancora da perfezionare. L’auto si è infatti fermata nella corsia di sorpasso, rendendo il repentino intervento dei soccorritori fondamentale per evitare possibili tamponamenti. Ma c’è di più. La guida assistita, attraverso specifici sistemi detti ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), assiste il guidatore per far sì che questo conduca l’auto in maniera responsabile, sia in città che in autostrada. In alcune circostanze è in grado di intervenire autonomamente. Il tutto viene reso possibile dall’occhio vigile di una telecamera capace di riconoscere forme e sagome come quelle di ciclisti, pedoni e altre automobili. Una tecnologia all’avanguardia ma, spesso, motivo di distrazione e di scarsa attenzione nel guidatore. Prendiamo il caso del 24enne ubriaco in Norvegia… c’è la probabilità che questo abbia pensato di potersi mettere alla guida della Tesla, malgrado la sua condizione poco lucida. O ancora, la consapevolezza di avere una vettura dotata di questo optional – mixata a una buona dose di alcol -, ha contribuito alla perdita di conoscenza del ragazzo.

Una ricerca dell’IIHS (Insurance Institute for Highway Safety) ha provato che la guida assistita può essere causa di distrazione e quindi perdita di controllo del veicolo nel conducente. Gli esperti hanno coinvolto dieci volontari e, per quattro settimane, hanno fatto guidare loro una Volvo S90 con l’Adaptive Cruise Control (ACC) – dispositivo che monitora la velocità del veicolo -, e il Pilot Assist, tecnologia che fornisce assistenza nel controllo dello sterzo. Alla fine dell’esperimento è stato riscontrato che, più il tempo passava, più aumentava la probabilità che questi si distraessero e togliessero entrambe le mani dal volante anche per maneggiare il proprio telefonino, alzando vertiginosamente il rischio di avere un incidente. È molto importante ricordare che, l’assistente di guida di cui sono dotate molte automobili di ultima generazione, contribuisce a rendere la guida più sicura, ma non sostituisce al 100% l’azione del guidatore.

[di Eugenia Greco]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria