L”Università di Trieste ha deciso di imporre agli studenti l’obbligo di munirsi del Green Pass non solo per svolgere gli esami in presenza, ma anche a distanza. È quanto si apprende da un protocollo dell’Ateneo, riguardante le misure volte al contrasto ed al contenimento della diffusione del Covid-19 nell’ambiente universitario, che recentemente è stato pubblicato online. Al suo interno, infatti, si legge che «in tutti i casi, sia che gli esami siano svolti in presenza o da remoto, gli studenti sono tenuti al possesso della certificazione verde o di analogo documento previsto nel presente Protocollo». Inoltre, viene specificato che sono i docenti della commissione d’esame a dover verificare, mediante l’applicazione VerificaC19 del Ministero della Salute, il possesso del lasciapassare sanitario, e viene precisato che i controlli possono essere fatti «anche a campione».
Detto ciò, tali disposizioni, che per gli esami da remoto si applicheranno a partire dal 3 ottobre 2021, rappresentano un’applicazione estensiva del decreto-legge n.111 del 6 agosto 2021, con il quale è stato stabilito che dal primo settembre in Italia l’obbligo del Green Pass verrà ampliato a tutto il personale scolastico ed universitario, nonché agli studenti universitari. Nel decreto, però, si precisa appunto che tali misure sono state imposte con il fine di «tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione in presenza del servizio essenziale di istruzione». Ed è proprio per questo, dunque, che l’Università di Trieste, avendo imposto il certificato verde anche per gli esami da casa, ha evidentemente interpretato estensivamente le disposizioni del governo.
Perciò, il protocollo dell’Ateneo in questi giorni è stato oggetto di dibattito sui quotidiani locali e sui social, ed è stato sottoposto a diverse critiche. Così, il rettore Roberto Di Lenarda ha rilasciato delle dichiarazioni ed ha affermato che l’università ha «sempre scelto la strada della massima prudenza in questo anno e mezzo», motivo per cui è stato deciso di «preparare il protocollo per l’autunno per tempo» nonostante il decreto del 6 agosto non sia ancora stato spiegato e specificato dettagliatamente da un dpcm, che «non arriverà purtroppo prima della conversione in legge, il mese prossimo». In pratica l’Ateneo, in una situazione di parziale incertezza, ha deciso di estendere l’obbligo, facendo sì che esso serva anche per sostenere gli esami a distanza.
Ciò è stato fatto perché, secondo il rettore, l’obbligo di possedere il pass non è stato stabilito con il fine di «garantire ai no vax di stare a casa e fare gli esami a distanza», che dunque si è deciso di mantenere solo per «chi veramente non può recarsi in Ateneo». In tal senso, aggiunge Di Lenarda, «l’obbligo serve per spingere gli studenti a vaccinarsi». Un’affermazione, quest’ultima, che contrasta con il decreto, che seppur ancora non specificato da un dpcm al momento parla chiaro e, come riportato, sottolinea praticamente che alla base del Green Pass ci siano ragioni scientifiche, e non certo persuasive.
Ad ogni modo, il Green Pass non sembra essere realmente efficace in ottica prevenzione dal contagio. Basterà ricordare che recentemente in Cornovaglia, nel Regno Unito, quasi 5.000 persone sono risultate positive al Coronavirus dopo aver partecipato ad un evento al quale si poteva accedere solo soddisfacendo condizioni praticamente identiche a quelle necessarie per ottenere il Green Pass. Si tratta, comunque, solo dell’ennesima vicenda dalla quale emerge chiaramente come la sua utilità sia quanto meno dubbia.
[di Raffaele De Luca]
In merito a questa discussione, proprio oggi ho ricevuto questo studio redatto dal prof. Mamone Capria, matematico ed epistemologo, professore all’Università di Perugia, vi scrivo il link: http://www.dmi.unipg.it/mamone/sci-dem/nuocontri_3/covid-gp.pdf . E’ molto interessante da leggere, parte da considerazioni sulle leggi promulgate dai fascisti proprio allo scopo di tutelare la salute pubblica, e poi sappiamo com’è andata a finire.
È illegale, e il rettore va denunciato. Impugnate dunque il provvedimento senza esitare: per es. ci sono diffide già pronte sul sito Difendersiora.org. E non mancano gli avvocati pronti a sostenervi.
Nazisti.
Niente altro da aggiungere.
Purtroppo tutto questo è vero. Mio figlio che frequenta la facoltà di matematica a Trieste si trova davvero con le spalle al muro non volendo vaccinarsi. Abbiamo firmato la petizione dell’Avv.Prof. Daniele Granara che domani verrà depositata alle Camere. Non credo servirà a molto ma sono molto felice che i miei figli combattano per il loro futuro.
La immensa logica di un Rettore universitario: anche io mi masturbo costantemente con il preservativo.
E l’università di Padova prontamente si adegua mantenendo come unica possibilità gli esami in presenza con green pass.
Evidentemente non è più consentito che ogni persona decida reposonsabilmente cos è metlio per la propria salute.
Vogliono, esigono, pretendono un gregge che deleghi anche la gestione della propria salute alla burocrazia scientista.