Nelle giornate del 4 e 5 settembre un drone della Asl Roma 3 avrebbe dovuto sorvolare il litorale di Ostia per misurare in maniera automatizzata la temperatura corporea dei bagnanti e identificare eventuali sospetti casi di Covid. Una misura annunciata dalla stessa azienda sanitaria romana sui canali social e subito presa d’assalto dai cittadini tra proteste, richieste sui costi dell’operazione e inviti a riprendere gli screening territoriali per i tumori piuttosto che ideare “trovate di marketing”.
Poi la sorpresa, dopo qualche ora il post scompare. E una dichiarazione della Asl a Repubblica Roma svela l’arcano: operazione annullata a data da destinarsi causa allarme maltempo. Sarà, ma i principali portali di previsioni del tempo segnano sereno o poco nuvoloso negli orari in cui la rilevazione avrebbe dovuto svolgersi (dalle 11 alla 16).
Prima dell’annullamento dall’Asl avevano anche spiegato come avrebbe funzionato l’operazione. «Il controllo delle temperature avverrà in modo automatico da parte del dispositivo sulla spiaggia», si leggeva nel comunicato dove si specificava che il drone avrebbe viaggiato a un’altezza non inferiore a 25 metri dal livello dell’acqua e a una distanza non inferiore a 30 metri dalle persone. Ma come avrebbe dovuto funzionare il telecontrollo via drone delle temperature? A spiegarlo la stessa azienda sanitaria, sempre a Repubblica Roma: «Quando il drone rileva una persona con la febbre, la identifica e viene allertato il servizio medico di sorveglianza, a quel punto i medici si recano sul posto per fare accertamenti, che possono portare a un tampone». Assicurando che chi non mostra alterazioni della temperatura «non sarà identificato».
Non si tratta in ogni caso di una prima volta. I droni per rilevare la temperatura e individuare sospetti casi Covid avevano già sorvolato Bergamo nel periodo più caldo della prima ondata, nel quale la bergamasca era l’epicentro. Anche in quel caso molti articoli e scarsi sorvoli effettivi, nonché dati sull’efficacia degli stessi mai diffusi.
Ma che simpatici buontemponi
Roma è una città in cui la pubblica amministrazione letteralmente non riesce a fare una O col bicchiere, ora si mettono a far volare droni sulla battigia.
Fa riflettere su quanto puntino su questi strumenti di controllo per il futuro
Alla faccia della privacy!
E chissà quante altre cosucce può fare il drone.
Ma è solo questione di tempo. Se questi non li ferma qualcuno tra poco questa sarà la triste realtà.
C’è da chiedersi poi da dove arrivi improvvisamente tutta questa tecnologia quando la regione non sa nemmeno proteggere i dati sensibili degli utenti.
Per chi crede che sia un gioco è meglio meglio che si svegli in fretta dal dolce sonno.