La costruzione del Nord Stream 2, il gasdotto che collega direttamente Russia e Germania passando per il Mar Baltico, è stata completata nella giornata di lunedì. Da un comunicato della compagnia operatrice “Nord Stream 2 AG”, infatti, si apprende che l’ultimo tubo è stato saldato e «calato in acque tedesche». Ora non resta che collegarlo alla sezione proveniente dalle acque territoriali danesi: il tutto con l’obiettivo di «rendere operativo il gasdotto entro la fine di quest’anno». In tal senso, però, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, si è sbilanciato maggiormente, ed ha affermato che in pochi giorni il progetto sarà completato ed il gasdotto inizierà a funzionare.
Ad ogni modo, la messa in funzione del Nord Stream 2 è ormai vicina. Esso andrà a replicare il percorso del gasdotto gemello, il Nord Stream, inaugurato nel 2012. In tal modo, dunque, il nuovo gasdotto raddoppierà la quantità gas naturale (metano) trasportabile dalla Russia alla Germania. A tal proposito, si legge ancora nella nota della compagnia operatrice, esso «contribuirà a soddisfare le esigenze a lungo termine del mercato energetico europeo, migliorando la sicurezza e l’affidabilità dell’approvvigionamento e fornendo gas a condizioni economiche ragionevoli».
Tutto ciò nonostante il fatto che la realizzazione del gasdotto è stata fin dall’inizio ostacolata da alcuni Paesi, in maniera particolare dagli Stati Uniti. Basterà ricordare il Dipartimento di Stato dell’ex presidente Donald Trump, che aveva infatti emesso diverse restrizioni e misure finanziarie contro le aziende coinvolte nella sua costruzione, o la posizione del nuovo presidente Joe Biden, che si era schierato contro di esso nei mesi scorsi definendolo un pessimo affare per l’Europa e minacciando di applicare sanzioni economiche.
Tuttavia il progetto, costantemente sostenuto dai funzionari della Germania, è andato avanti, ed alla fine nel mese di luglio gli Stati Uniti si sono arresi. Un compromesso è stato infatti siglato dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente Usa Joe Biden, e con esso si è stabilito che l’opera potesse essere conclusa senza il timore di dover incappare nelle sanzioni d’oltreoceano. La minaccia di applicarle, ovviamente, era dovuta al fatto che Washington non voleva che gli alleati atlantisti si legassero economicamente e strutturalmente al proprio avversario. Tuttavia nel mese sopracitato, con il 90 per cento del gasdotto ormai già pronto per l’attivazione, Biden non ha potuto che rassegnarsi e sottoscrivere appunto un accordo.
[di Raffaele De Luca]
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