Alla fine del Settecento, il giurista britannico Jeremy Bentham si era ritagliato del tempo per progettare un'architettura di sorveglianza carceraria che fosse pienamente in linea con la vena utilitarista di cui si è successivamente fatto portavoce: il panopticon. L’idea era fondamentalmente quella di erigere una torre di monitoraggio al centro di una cerchia di celle; avendo l’accortezza di nascondere alla vista i punti di osservazione messi a disposizione dei secondini, i galeotti sarebbero sprofondati nel dubbio di essere perennemente sorvegliati.
La città-stato di Singapore non è costruita...
Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci (al costo di un caffè la settimana) e prosegui con la lettura dell'articolo.
Se sei già abbonato effettua l'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.
L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici. Esiste solo grazie ai suoi abbonati. Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.
Grazie se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.
Ma tutto questo sforzo economico per sviluppare sistemi di controllo sociale non potrebbe essere indirizzato a controllare e stanare la criminalità organizzata invece del singolo che si comporta fuori dalle regole?
A Singapore la criminalità organizzata è praticamente inesistente, i furti e le rapine non esistono , lo spaccio tantomeno, è una città super sicura in qualsiasi zona tu vada a qualsiasi ora.
Non c’è una carta per terra o un mozzicone fuori da un posacenere (nelle apposite aree x fumatori).
È anche per questo che la popolazione accetta di buon grado tutte queste forme di controllo perché la sicurezza e l’ordine sono reali. Ed evidentemente alle persone piace perché vivono tranquilli.