lunedì 4 Novembre 2024

Australia: la violenza della polizia contro le proteste anti-lockdown è fuori controllo

Non si arresta l’escalation di proteste e violenta repressione in Australia, principalmente sulle strade di Melbourne. Le proteste sono iniziate il venti settembre, quando gli operai del settore edile erano scesi in piazza per protestare contro l’obbligo di vaccinazione imposto dal governo al loro settore. Da subito la polizia ha assunto un deciso atteggiamento repressivo nei confronti delle proteste contro il lockdown ancora in vigore nel paese.

Nei giorni successivi alla prima manifestazione degli operai edili, la polizia ha messo in atto veri e propri soprusi, documentati diffusamente da video condivisi su Twitter. Tra le immagini più forti vi sono quelle di un gruppo di poliziotti che spruzza la schiuma urticante sul viso di una donna sui settant’anni, stesa e inerme a terra. Tra le vittime vi è anche il noto fotografo Luis Ascui, importante collaboratore del Daily Mail Australia e di diverse rilevanti testate internazionali. Nonostante Ascui fosse immediatamente riconoscibile come reporter, per via dei numerosi apparati fotografici che recava con sé, è stato avvicinato da un giovane poliziotto che, senza apparente motivo, ha spruzzato verso di lui la schiuma al peperoncino. Non è solo la polizia ad essere accusata delle violenze: alcuni video mostrano infatti come la folla di protestanti si sia almeno in un’occasione scagliata sulle file della polizia, causando diversi feriti.

Il crescente clima di violenza è legato alle politiche australiane nella gestione della pandemia da Covid-19. Mentre infatti durante l’estate 2021 le restrizioni sono state allentate in quasi tutto il mondo, l’Australia è andata controcorrente. Sono infatti bastati otto casi registrati a Melbourne per far cadere la città in un nuovo lockdown, il sesto dall’inizio della pandemia. Nelle intenzioni del governo, a meno di un abbassamento dei contagi, il blocco rimarrà attivo fino al 26 di ottobre: Melbourne diventerebbe così la città rimasta più a lungo in regime di lockdown al mondo.

L’isolamento forzato sta causando lo sfaldamento della coesione sociale, esacerbando il malcontento e la violenza all’interno delle manifestazioni. Iniziative alquanto restrittive sono state messe in atto, come la combinazione di geolocalizzazione e identificazione facciale per tracciare le persone in isolamento. Il premier dello Stato di Vittoria, David Andrews, ha ammesso l’impossibilità di controllare la variante Delta, affermazione che aveva fatto sperare in un allentamento delle restrizioni. Tuttavia, questo non è accaduto. Verosimilmente, secondo il governo, gli australiani potranno sperare di togliere la mascherina all’aperto e poter ricominciare a frequentare i locali pubblici solamente quando verranno raggiunti gli obiettivi di vaccinazione, non prima di novembre. Attualmente è ancora in vigore il coprifuoco notturno a partire dalle ore 21.

[di Valeria Casolaro]

 

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3 Commenti

  1. Sono rimasta scioccata dalle immagini del poliziotto che tira i calci in testa ad una persona inerme a terra. Io proporrei di fare qualcosa, anche come semplice gesto dimostrativo: potremmo scrivere all’ambasciata e ai consolati d’Australia in Italia, dichiarando il nostro sdegno. Non servirà a niente, ma secondo me far capire che si devono vergognare è sempre un segnale. Non ci riesco a far finta di niente!

  2. L’Australia è uno dei fronti dove la sperimentazione del nuovo ordine è più avanzata.
    In Australia si sperimenta la repressione vielenta.
    In Italia la repressione mediante leggi anticostituzionali e in apera sfida dei più elementari diritti umani.
    In Canada si punta alla sottrazione dei bambini alla famiglie, cosa che sia pur velatamente, viene tentata anche da noi.

    E’ un panorama agghiacciante che se non viene fermato in tempo poterterà alla distruzione della civiltà nata con l’editto di Costantino e l’affermazione della dignità umana fondata sul cristianesimo, che è alla base della civiltà occidentale e della libertà di cui abiamo goduto fino ad oggi.

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