venerdì 22 Novembre 2024

L’Europa valuta una missione militare al fianco dell’Ucraina in chiave anti-russa

L’Unione Europea starebbe valutando l’invio di una missione di addestramento militare in Ucraina in risposta alle continue attività militari russe. È quanto si apprende da un documento interno di Bruxelles. Secondo il materiale, pubblicato in esclusiva dal settimanale tedesco Welt am Sonntag, il programma prevedrebbe l’invio di una missione di addestramento militare dei paesi membri dell’UE a sostegno del governo di Kiev, impegnato in un conflitto continuo e non dichiarato con la Russia.

La richiesta di un intervento europeo nella regione sembrerebbe venire espressamente da rappresentanti dello stesso governo ucraino, in particolare dai ministri degli Esteri e della Difesa, che a luglio avrebbero fatto esplicita richiesta all’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’UE, Josep Borrell, di un impegno militare europeo a sostegno di Kiev.

D’altronde, l’impegno europeo a salvaguardia dei propri confini orientali è di lunga data. L’attenzione di Bruxelles per il teatro ucraino risale al 2009, con il lancio di un partenariato che però, almeno fino ad adesso, non aveva nessuna dimensione militare, e che anzi si identificava come “un’espressione di solidarietà” con l’Ucraina. Solidarietà che si sarebbe andata rafforzando negli anni, man mano che la tensione con la Russia saliva e, nel 2014, esplodeva con l’annessione della Crimea.

Nel dicembre dello stesso anno, l’Unione Europea promuoveva la missione Advisory Mission Ukraine, mirante a “riformare il settore della sicurezza civile e a rinnovare la fiducia popolare nelle istituzioni attraverso un processo di riforme e di progetti internazionali”. Secondo il documento interno pubblicato dall’inserto settimanale del quotidiano Die Welt, una delle tre opzioni sul tavolo dell’Unione Europea sarebbe quella di rafforzare l’impegno della “Advisory Mission” nell’ambito dell’addestramento militare.

La spinta a introdurre un più stretto vincolo militare viene dalle esplicite richieste dei tre paesi baltici europei – Lettonia, Estonia e Lituania – preoccupati dalle continue esercitazioni militare russe vicino ai loro confini (e dunque a quelli europei). Queste nazioni condividono le stesse preoccupazioni ucraine nei confronti di Mosca, e le manovre militari russe dell’area, in particolare l’esercitazione militare Zapad-2021 dello scorso settembre e il massiccio incremento di truppe al confine ucraino di aprile, hanno spinto a richiedere un maggiore coinvolgimento militare europeo nell’area.

Mosca nega un rafforzamento delle proprie truppe sul suo confine occidentale, ma intanto diversi osservatori internazionali ritengono alto il rischio dello scoppio di un nuovo conflitto nella regione. Al momento non risultano dichiarazioni del Cremlino in merito alla formazione di una missione europea in Ucraina.

Tuttavia, l’effettiva creazione di questa missione non è affatto scontata. Un maggiore impegno dell’Unione nel teatro orientale, come d’altronde ogni decisione politica, richiede l’approvazione unanime degli Stati Membri, e le voci discordanti – tra cui quelle di Italia, Grecia e Cipro – che invitano alla prudenza e a evitare “inutili provocazioni” verso Mosca sono diverse. Restano da capire sia le reali possibilità di azione di Bruxelles che le inevitabili risposte del Cremlino, che non tarderanno certo ad arrivare.

Quel che è certo è che l’Ucraina appare destinata a continuare ad essere il principale teatro delle tensioni tra Russia e Nato nel prossimo futuro. Esercitazioni militari congiunte con il governo di Kiev sono già state intraprese dal Regno Unito, che – dopo la Brexit – sta rappresentando sempre più un braccio armato degli Stati Uniti, impegnato in provocazioni di vario tipo non solo contro Mosca ma anche contro la Cina. Mentre gli Stati Uniti insistono nelle dichiarazioni riguardanti l’intenzione di accettare l’Ucraina dentro il patto militare atlantico: decisione che per Mosca somiglierebbe a una dichiarazione di guerra, dato che renderebbe possibile per gli americani istallare missili capaci di tenere sotto tiro le città russe. Fino ad oggi l’Unione Europea (al netto di sanzioni economiche imposte più per dovere nei confronti dell’alleato americano che per reale volontà) è rimasta in posizione di attesa, anzi portando avanti il progetto Nord Steam 2 per trasportare il gas russo nel vecchio continente. Dovesse concretizzarsi una missione come quella prospettata sarebbe un deciso cambio di passo che contribuirebbe ad innalzare la tensione internazionale.

[di Rubén Ernesto Umbrello]

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4 Commenti

  1. E il Capo del Governo polacco ha ragione da vendere e nessuno rinfaccia all’ Europa di fare la voce grossa essendo ancora imspiegabilmente priva di una Carta Costituzionale in grado di conferire legittimità alla sua sedicente Corte Costituzionale. Inoltre ha piazzato la sede del suo organo legislativo, il Parlamanto, in quella Strasburgo dal duomo dove sono vergognosamente raffigurate le due statue di Ecclesia e Sinagoga, espressione di una mortificante simbologia per l’ Ebraismo. Due sono i casi se si vuole salvare la sede del Parlamento europeo: o si abbatte il duomo o si allontanano da questo le due statue. Cosa ne pensano, rispettivamente, il Vaticano e i Gesuiti (questi ancora oggi gli accerrimi nemici degli Ebrei), da una parte, la Comunità Ebraica mondiale, dall’ altra. Non esagero se scrivo che le mie lontane radici ebraiche invocano giustizia e qualche altro sentimento che si riallacciano alle posizioni antiebraiche di Ambrogio (invitava a dare al fuoco le sinagoge di Milano) e Agostino Aurelio.

  2. Il governo europeo è un fallimento su tutta la linea, dalla gestione della cosiddetta svolta “green”, alla cosiddetta pandemia e adesso le minacce di guerra con la Russia.
    Idiocracy!
    Voglio l’Italia fuori da questa europa SUBITO!!!

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