Un campione di 38 capi di abbigliamento per bambini, adulti e premaman, acquistati su siti popolari quali Shein, Aliexpress e Zaful è stato analizzato nel contesto di un’indagine del programma televisivo canadese CBC Marketplace. Il risultato: un campione ogni cinque contiene quantità di sostanze chimiche tossiche di molto superiori ai limiti consentiti per legge.
Le sostanze incriminate sono piombo, ftalati e PFAS: le quantità rilevate superano di molto i limiti consentiti dalla legislazione canadese, ma non sarebbero accettabili nemmeno per quella europea. Ciascuna di queste sostanze, se presente in grandi quantità, può causare danni anche molto gravi all’organismo umano. Ad essere colpiti sono soprattutto cervello, cuore, fegato, reni e sistema endocrino ed immunitario. I soggetti più a rischio sono le donne incinte e i bambini molto piccoli, per la loro abitudine a succhiare gli abiti che indossano.
Alcune analisi fatte nel corso dell’indagine rilevano quanto segue. Una giacca per bambini comprata sulla piattaforma Shein conteneva più di venti volte la quantità di piombo considerata non rischiosa per un bambino. Una borsa rossa, in vendita sul medesimo sito, superava la soglia limite di cinque volte. Un impermeabile da donna in vendita su Aliexpress per soli 13 dollari conteneva alti livelli di PFAS, un gruppo di sostanze chimiche usate per rendere il tessuto idrorepellente, dette forever chemicals in quanto non lavabili dal corpo e non degradabili in natura. Esposizioni ad alte quantità di PFAS possono comportare conseguenze quali alcuni tipi di cancro e il diabete. I ricercatori sostengono che queste sostanze non siano necessarie nel processo di produzione tessile e che possano facilmente essere sostituite con sostanze alternative quali la cera (idrorepellente) o prodotti chimici degradabili di nuova generazione.
Si tratta solamente di alcuni esempi di quanto emerso dall’indagine. A seguito delle segnalazioni fatte dai laboratori di analisi, le piattaforme hanno ritirato dal commercio i prodotti incriminati. Shein ha comunicato via mail al programma Marketplace di aver interrotto la collaborazione con i fornitori interessati fino a che non si fosse risolta la questione.
Il fast fashion rappresenta un contesto in costante espansione. I capi venduti sono di qualità medio-bassa, ma economici e immediatamente disponibili e, grazie a tecnologie quali i big data e l’intelligenza artificiale, queste collezioni arrivano ad anticipare le tendenze stagionali (alcuni parlano già di super fast fashion). Se questo da una parte ha comportato la democratizzazione della moda, dall’altro la velocizzazione del processo produttivo può comportare una minore attenzione per i processi di controllo. Inoltre non sempre fast fashion è sinonimo di risparmio: la durata media dei capi, infatti, è molto breve, fattore cui si rapporta direttamente il prezzo. Miriam Diamond, ricercatrice dell’Università di Toronto che ha collaborato con l’inchiesta di Marketplace, afferma: “Ciò che stiamo facendo oggi è cercare divertimenti di breve durata tra articoli di abbigliamento che costano molto in termini di salute futura nostra e dell’ambiente. È un sacrificio che non vale la pena”.
Un modo per i consumatori di verificare che i marchi siano conformi ai criteri di sicurezza, in Europa, è fare riferimento ai limiti di sostanze basati su regolamenti internazionali, come l’europeo REACH.
[di Valeria Casolaro]