venerdì 22 Novembre 2024

Il corteo contro il green pass, i fascisti e l’assedio alla CGIL: un altro punto di vista

Al netto dell’assalto alla sede da parte dei fascisti di Forza Nuova, punto che riprenderemo, la protesta di ieri davanti alla CGIL è un sano esercizio di democrazia di un corteo di lavoratori che si sentono non rappresentati dal sindacato e che cercano rappresentanza proprio dove dovrebbero trovarla.

Il punto di vista è forte e legittimamente criticabile, quindi spieghiamoci bene. I dati di partenza oggettivi sono i seguenti: dal 15 ottobre circa 4 milioni di lavoratori, colpevoli di non aver violato nessuna disposizione di legge (cioè di aver scelto di non fare un vaccino non obbligatorio) avranno due scelte: 1. Spendere circa 200 euro/mese in tamponi (ammesso e non concesso che potranno sceglierlo dato che se tutti optassero per questa strada non vi sarebbero tamponi per tutti e assisteremmo a file chilometriche davanti alle farmacie) 2. Rimanere a casa dal lavoro senza stipendio né contributi previdenziali. Altro dato di partenza utile: una norma così severa sul green pass è presente solo in Italia e Grecia, in tutti gli altri paesi europei non esiste l’obbligatorietà di mostrare il passaporto sanitario per recarsi al posto di lavoro.

Quattro milioni di cittadini che saranno discriminati sul luogo di lavoro. C’è tema che più di questo dovrebbe essere in cima all’agenda di una organizzazione il cui compito è proprio quello di tutelare gli interessi dei lavoratori e i cui funzionari da questi ricevono il salario proprio a questo scopo? Una rappresentanza di questi 4 milioni di individui ieri era a Roma a manifestare e ha deciso di arrivare sotto alla sede centrale del principale sindacato italiano per chiedere ai suoi dirigenti di prendere posizione. Vero che il segretario della CGIL, Maurizio Landini, i tamponi gratuiti sul luogo di lavoro li ha chiesti da tempo, ma chi come lui ha una lunga storia sindacale alle spalle sa benissimo che senza mobilitazioni di piazza e scioperi le richieste lasciano spesso il tempo che trovano, e queste azioni non sono state messe in campo, a differenza da quanto fatto ad esempio dal sindacato CGT in Francia. Di fatto i lavoratori italiani privi di green pass si ritrovano abbandonati al loro destino e non una rappresentanza sindacale si è fatta fino ad ora vedere al fianco di chi manifesta. Eppure le mobilitazioni dal basso degli operai non sono mancate, come quella dei portuali di Trieste che in modo compatto, vaccinati e non, hanno deciso di protestare ad oltranza giudicando il green pass «non una misura sanitaria, ma di discriminazione e di ricatto che impone a una parte notevole dei lavoratori di pagare per poter lavorare e che punta a dividere i lavoratori».

In apertura si accennava ai fascisti. Questo è un altro punto da chiarire. A guidare l’assalto alla Camera del Lavoro ed arringare la folla c’erano tre volti noti e impresentabili dell’estremismo nostalgico del duce: Giuliano Castellino (leader di Forza Nuova, già condannato a 5 anni e mezzo di carcere per violenze e che in quella piazza a termini di legge non avrebbe potuto esserci in quanto sottoposto alla misura della “sorveglianza speciale”), Roberto Fiore (che di Forza Nuova è fondatore, già condannato per i reati di associazione sovversiva e banda armata), e infine Luigi Aronica (ex militante del gruppo terrorista dei NAR e come Fiore invischiato in molte trame oscure degli anni ’70 e ’80, già condannato a 18 anni di carcere). Premettendo che dalla prefettura di Roma qualcuno dovrebbe chiarire perché a tali soggetti sia stato permesso, e non è la prima volta, di portare la violenza in una manifestazione (nei video si notano chiaramente Fiore e Castellino agire indisturbati e incitare la folla all’irruzione nei locali della CGIL a pochi passi dalle forze di polizia che li osservano senza intervenire), il punto di riflessione anche in questo caso è però un altro.

Nonostante la tendenza da parte della stampa a usare la presenza di questi personaggi per rappresentare l’intera piazza come un covo di fascisti, questo non è vero e lo dimostrano non solo le immagini della piazza ma dati oggettivi. Forza Nuova ha una capacità di mobilitazione misera, di poche decine di unità, testimoniata da ogni corteo da loro organizzato. Come da sua tradizione cerca di infiltrarsi nei cortei spontanei e mimetizzarsi per prenderne l’egemonia cercando di orientarli a proprio tornaconto. Riesce a farlo con una certa frequenza negli ultimi anni proprio perché le organizzazioni politiche e sindacali che tradizionalmente rappresentavano le istanze dei lavoratori da quelle piazze sono scomparse.

All’ultimo corteo contro il green pass di Trieste, guidato da centinaia di portuali organizzati, non si sono fatti vedere sapendo che sarebbero stati fisicamente cacciati a pedate. Una volta rimosso il solito pretesto dei fascisti dalla discussione rimane il dato di fatto: migliaia di lavoratori davanti alla sede della CGIL manifestavano chiedendo a gran voce al sindacato di difendere il loro posto di lavoro. Ci fossero nelle sedi sindacali orecchie pronte ad ascoltare sarebbe un segnale chiaro e in un certo senso positivo di fronte a leader che spesso lamentano la mancanza di mobilitazione delle masse lavoratrici.

Per quanto riguarda il movimento contro il green pass se una lezione ci deve essere è la seguente: occorre prendere immediatamente consapevolezza che personaggi come quelli di Forza Nuova devono essere allontanati con ogni mezzo dalle manifestazioni. Da sempre la loro funzione è quella di agire per portare un caos utile solo al mantenimento dello status quo, non a caso vengono solitamente lasciati agire indisturbati. E, loro si, ad assaltare una Camera del Lavoro ci provano gusto, il leader che rimpiangono cento anni fa iniziò la presa del potere proprio così.

[di Andrea Legni – direttore responsabile de L’Indipendente]

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5 Commenti

  1. Condivido pienamente il pensiero ed il punto di vista dell’articolo.
    Vedo tanta ipocrisia nel vedere le immagini, ridicole, del presidente del consiglio Draghi consolare Landini.

  2. Vorrei informare il giornalista che esiste un sindacato che già da mesi è a fianco di tutti i lavoratori contro questo discriminatorio lasciapassare, è la CUB (Confederazione Unitaria di Base), che proprio ieri insieme ad altri ha indetto uno sciopero nazionale con cortei in molte città italiane. Io ero nella piazza di Padova, e ho assistito a numerosi interventi, tra cui quello di un medico che lavora in Tanzania, che ha detto che la possibilità di ammalarsi di Covid è davvero remota, che dovrebbero fare i tamponi a tutti, specialmente ai vaccinati perchè sono i più pericolosi, e che lui si occupa delle vere pandemie, non di questa …….. La CUB con presidi di fronte alle fabbriche, è riuscita a ricacciare al mittente questo green pass, lavorando per singole situazioni, perchè, hanno spiegato, se i lavoratori sono tutti uniti, come nel caso dei portuali, e non entrano in fabbrica, la produzione si ferma, quindi i padroni non hanno altra scelta che cambiare idea. E’ più difficile farlo nel pubblico, ma questi successi fanno capire che se davvero si resta uniti, qualcosa si ottiene. I sindacati confederali sono una vergogna, mi ricordo quando Landini tuonava contro il potere da segretario della FIOM, ora che è diventato il grande capo si è rimangiato tutto e scodinzola davanti a Draghi. A proposito del sindacato FISI, mi è stato detto da esperti del settore che uno sciopero di più giorni non può essere autorizzato, quindi è probabile che non se ne faccia nulla. La legge è cambiata, ora non si può scioperare per molti giorni di seguito, come si faceva negli anni 70.

  3. Buongiorno, complimenti per questo articolo obbiettivo di quello che è accaduto davanti alla sede della CGIL. Leggendo i giornali a diffusione nazionale questa notizia viene distorta e passa il concetto che “TUTTI” questi manifestanti sono fascisti e aderenti a forza nuova o movimenti estremisti simili. Confido che l’intelligenza degli italiani che ancora leggono quei giornali sia tale da riuscire a capire il lavoro di depistaggio che viene perpetuato da mesi. Concordo con il commento di markcarlini, un sindacato che tale vuole essere chiamato non deve lottare per i tamponi gratis ma per “nessun tampone” mezzo odioso di discriminazione, qualcuno si ricorda la storia? Un’ultima considerazione, se dal 15 ottobre entrerà in funzione questo deprecabile metodo di concessione delle libertà fondamentali avremo milioni di italiani, non vaccinati, che andranno a farsi il tampone generando una mostruosa mole di dati. Questi dati verranno usati per falsare le statistiche, tutti i tamponati saranno non vaccinati e tra questi vuoi che dei positivi non vengano fuori? Voilà il giochino è servito su un piatto d’argento, la prova (falsata) che i non vaccinati sono gli unici responsabili della circolazione del virus e quindi quanto ci vorrà prima che vengano presi provvedimenti ancora più stringenti verso queste persone? Piccola considerazione per far riflettere le persone. Cordialmente

  4. Complimenti. Bell’articolo davvero. Faccio solo notare che un sindacato a difesa dei lavoratori senza green pass c’è: il FISI, che ha indetto lo sciopero generale dal 15 al 20 ottobre ed eventualmente a oltranza.

  5. Ottimo l’articolo. Io direi anche che i sindacati, se fossero tali, dovrebbero pretendere che neanche un lavoratore venga discriminato e non tamponi gratis, che servono solo a fornire numeri per il continuo di questa farsa pandemica.
    E poi un appuntino l’avrei fatto al comportamento delle forze del dis- ordine, perché ci sono immagini chiare dove più che agenti a protezione dell’incolumità dei cittadini io ho visto dei picchiatori da strada qualunque, e questo, per un Paese che finge di essere comunque ancora democratico, è una cosa veramente inaccettabile.

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