L’Italia è l’unico Paese europeo in cui, a partire dal 1990, lo stipendio medio dei lavoratori è diminuito: lo si apprende da una recente analisi effettuata dalla fondazione indipendente Openpolis e basata sui dati Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). In tal senso, nel Belpaese il salario medio annuale è calato del 2,90% negli ultimi 30 anni, una tendenza di gran lunga differente rispetto a quella delle altre nazioni: in tutte i restanti paesi, infatti, lo stipendio è aumentato. In particolare, un brusco incremento dello stesso è stato registrato nei paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), dove il salario è più che triplicato negli ultimi 25 anni e in alcuni paesi dell’Europa centrale (Ungheria, Slovacchia), in cui esso è raddoppiato.
Ovviamente, va ricordato che quelli sopracitati sono paesi in cui i salari medi annuali, 30 anni fa, erano molto minori di quelli degli altri stati europei. Ad esempio in Lituania, il paese europeo dove i salari sono aumentati più significativamente (precisamente del 276,30%), negli anni ’90 la retribuzione era di circa 8mila dollari l’anno. Ad ogni modo, però, anche comparando la variazione degli stipendi italiani con paesi europei aventi economie più simili alla nostra, la sconfitta del nostro Paese è evidente. Infatti anche in Germania e in Francia, ad esempio, i salari medi sono stati incrementati rispettivamente del 33,7% e del 31,1%, nonostante essi fossero già elevati in partenza. Inoltre anche la Spagna ha registrato un aumento, seppur più modesto (6,2%).
Tutto ciò ha portato al fatto che, mentre all’inizio degli anni ’90 l’Italia era al settimo posto nella classifica degli Stati europei con il salario medio annuale più alto, adesso si posiziona al tredicesimo posto superata da Paesi tra cui proprio la Francia e la Spagna, che negli anni ’90 avevano salari più bassi.
Nello specifico, nel 2020 in Italia il salario medio è di 37,8 mila dollari (circa 32,7 mila euro), una cifra di gran lunga inferiore rispetto a quella dei paesi europei con gli stipendi più alti, ovvero il Lussemburgo (65,8 mila dollari), l Olanda (58,8 mila) e la Danimarca (58,4).
Detto questo, a determinare questo fallimento dell’Italia è stata senza dubbio anche la pandemia: tra il 2019 e il 2020, infatti, i salari italiani sono diminuiti in maniera importante. In questo periodo di tempo, in Italia è stato registrato un calo di poco inferiore al 6%. Si tratta di una diminuzione record per il nostro Paese: infatti, seppur anche altri Paesi siano stati danneggiati dalla pandemia, la diminuzione registratasi è stata inferiore. Ad esempio, in Francia tale contrazione è stata del 3,2%, mentre in Spagna del 2,9%.
[di Raffaele De Luca]
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