domenica 22 Dicembre 2024

Ecuador: con il pretesto della droga il governo impone lo stato di eccezione

L’Ecuador vivrà in stato di eccezione per i prossimi 60 giorni. Due mesi in cui la polizia pattuglierà le strade, verrà limitato il diritto a manifestare e vi sarà un indulto per i militari invischiati in fatti di violenza sui cittadini. A decretarlo è stato il presidente Guillermo Lasso, fervente liberista e amico degli Usa (curiosamente definito da Biden un «sostenitore degli ideali della democrazia»). Il pretesto utilizzato è un aumento giudicato fuori controllo dei crimini legati allo spaccio e al consumo di droga, ma è d’obbligo notare come la decisione arrivi in un momento di evidenti tensioni sociali nel paese, con le proteste che crescono contro le politiche economiche di Lasso.

L’operazione messa in atto dal Governo per far fronte all’emergenza poggia su un impiego massiccio delle Forze dell’Ordine, le quali potranno effettuare controlli sulle armi, ispezioni, pattugliamenti 24 ore al giorno. Verrà creata la Unità di Difesa Legale della Forza Pubblica, entità che si dedicherà ad impedire che i membri delle Forze dell’Ordine siano “citati in giudizio solo per aver compiuto il loro dovere”. «La legge deve intimidire il delinquente, non la polizia» ha affermato Lasso. Inoltre, è previsto l’indulto per coloro tra le Forze Armate “che siano stati ingiustamente condannati per aver eseguito il loro lavoro”: formulazione che lascia presagire nei fatti un’impunita per i militari che si macchiano di violenze. L’esecutivo di Lasso si dedicherà inoltre, nei prossimi giorni, a realizzare un progetto di legge che aumenterà la protezione legale nei confronti delle forze dell’ordine che si chiamerà “Legge di Difesa del Dovere della Forza Pubblica“.

Secondo quanto affermato dal Presidente Lasso durante una diretta nazionale, l’Ecuador è recentemente passato dall’essere un Paese di traffico di droga a uno di consumo, fattore che avrebbe portato a un’impennata nel numero di furti, omicidi e rapine. I provvedimenti previsti da Lasso, che rientrano nel Piano Nazionale di Sicurezza 2019-2030, vengono attuati nell’ottica di una logica securitaria che militarizza le strade ma tralascia l’elaborazione di programmi di sostegno alla cittadinanza. Durante il suo discorso Lasso fa infatti riferimento solo vagamente a un Comitato Interistituzionale formato dai Ministeri del fronte sociale, che introdurrà azioni concrete di contenimento, prevenzione e reinserimento sociale.

L’annuncio di Lasso è arrivato in un momento critico per l’Ecuador. Il 29 settembre il Presidente aveva dichiarato lo stato di emergenza del sistema carcerario, anche questo protratto per 60 giorni, all’indomani della rivolta che è stata definita dal Al-Jazeera “il caso più mortale di violenza in prigione dell’Ecuador”. Il nome di Guillermo Lasso è poi emerso nell’ambito dell’inchiesta dei Pandora Papers, per il quale l’Assemblea Nazionale ha disposto che siano effettuate ulteriori investigazioni sui presunti illeciti fiscali del Presidente ecuadoriano.

Come fa notare il quotidiano ecuadoriano La Hora, lo stato d’eccezione può favorire in vari modi il governo di Lasso. Tra questi vi è la possibilità per il Presidente di ricorrere alla cosiddetta muerte cruzada, soluzione che gli permetterebbe di sciogliere l’Assemblea Nazionale, istituto con funzione legislativa il quale ha respinto le proposte di legge per le riforme tributarie e del lavoro volute da Lasso e classificate come “urgenti”. Ricorrere alla muerte cruzada è possibile solo nel contesto di gravi crisi interne, come quelle che hanno portato alla applicazione dello stato di emergenza. In secondo luogo, lo stato d’eccezione limita il diritto a manifestare in un momento dove sono in programma diverse mobilitazioni contro le politiche economiche e sociali del governo. A tal proposito, il quotidiano El Comercio precisa che lo stato d’emergenza non impedisce la libertà di circolazione dei cittadini, ma mette in campo un grande contingente di Forze Armate in un momento in cui si preparano proteste contro l’azione del Governo. “Dirigenti dei movimenti sociali e sindacali rifiutano il decreto, per il timore che le Forze Armate siano utilizzate durante le manifestazioni”.

[di Valeria Casolaro]

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