giovedì 21 Novembre 2024

Dal carcere i leader Forza Nuova accusano Lamorgese e polizia: guidati all’assalto della CGIL

L’assalto del 9 ottobre alla sede della CGIL a Roma potrebbe essere stato concordato con la polizia: è quanto emerge dagli interrogatori degli arrestati per l’ormai noto blitz alla sede del sindacato, riportati dal Tg La7. Un dettaglio che, se confermato, genererebbe non pochi dubbi sulla gestione dell’ordine pubblico e dunque sull’operato del ministero dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese. Secondo quanto spiegato dal leader di Forza Nuova Giuliano Castellino, infatti, dopo la decisione di dirigersi verso la sede della CGIL, l’ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari) Luigi Aronica sarebbe stato mandato a «parlare con i funzionari della Digos e della Questura in piazza» che avrebbero autorizzato «il corteo da Piazza del Popolo fin sotto il palazzo della CGIL».

Una versione praticamente confermata dallo stesso Luigi Aronica, il quale si è soffermato sulla trattativa con le forze dell’ordine ed ha riportato le parole che sarebbero state pronunciate dai membri della Digos in seguito alla proposta: «Parliamo con i nostri dirigenti e vi facciamo sapere, torna tra mezz’ora». Una volta passato tale lasso di tempo sarebbe dunque arrivato il via libera, con le forze dell’ordine che secondo Aronica avrebbero affermato: «L’ok è arrivato, adesso ci mettiamo d’accordo per il tragitto ed andiamo su». Non solo: Aronica ha anche dichiarato che alla testa del corteo ci sarebbero stati proprio i dirigenti di polizia, i quali «dicevano dove andare».

I nomi degli individui con cui ha parlato, Aronica però non li ha fatti per «una questione morale ed etica». Tuttavia, grazie all’insistenza del giudice nei confronti dei vari arrestati uno dei nomi è uscito fuori: tale «dottor Silvestri», ovvero sia «uno dei massimi responsabili della Digos di Roma». Ad ogni modo, ha precisato Aronica, «non è che si trattasse solo del dottor Silvestri, in quanto era accompagnato da tutta una serie di altri dirigenti non essendo un colloquio avvenuto in una stanza con un gruppo limitato di persone».

Insomma si tratta di affermazioni che, seppur da verificare, forniscono nuovi elementi per valutare la gestione dell’ordine pubblico attuata quel giorno. A tal proposito, vi è oltretutto il dubbio che la Questura fosse a conoscenza della partecipazione di Castellino alla manifestazione già prima dello svolgersi della stessa. Il leader di Forza Nuova ha infatti scritto una lettera all’agenzia di stampa Adnkronos in cui si è difeso dalle accuse ed ha inoltre sostenuto di aver fatto sapere alla Questura che si sarebbe recato in piazza a Roma quel giorno. «Non avevo nessun braccialetto, né Daspo per le piazze o divieti specifici. La mia sorveglianza speciale mi imponeva di comunicare alla Questura la mia partecipazione a manifestazioni autorizzate. Cosa che ho sempre fatto tramite pec, anche sabato 9 ottobre».

[di Raffaele De Luca]

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