Al confine tra Bielorussia e Polonia, a Kuznica, terra di mezzo, ci sono centinaia di migranti arrivati a piedi per trovare asilo politico a Varsavia. Ma i militari gli hanno impedito l’accesso, sostenuti dal ministro della Difesa Mariausz Blaszczak che ha detto “Siamo pronti a difenderci”. Lungo la frontiera sarebbero già pronti ad intervenire definitivamente circa 12 mila soldati, mentre ancora il comitato per la gestione delle emergenze del governo polacco è riunito per decidere il da farsi. La notizia degli arrivi era già stata anticipata dalle autorità di frontiera bielorusse, che su Telegram avevano parlato di “Un grande gruppo di rifugiati, che portano con loro i loro effetti personali, si sta spostando verso il confine polacco lungo un’autostrada”.
I migranti in questione sono arrivati al confine per tentare di entrare attraverso la zona a sud del passaggio della frontiera. “Cercheranno di entrare in Polonia in massa”, ha avvertito sui social Stanislaw Zaryn, portavoce dei servizi di sicurezza polacchi, corredando le sue parole con un video che riprende un grosso gruppo di migranti che si muove sull’autostrada (ora chiusa al traffico) tra le due nazioni. Secondo Zaryn si tratterebbe dell’ennesima trovata del regime bielorusso contro la Polonia.
#Belarus Migrants set up a camp on the Belarusian-Polish border. There are indeed many of them. They are reportedly guarded by people in military uniform with weapons – either Belarusian border patrol or security forces pic.twitter.com/0uiGVtlqOs
— Hanna Liubakova (@HannaLiubakova) November 8, 2021
Anche l’attivista e politica Tsikhanouskaya ha condiviso il suo contributo video per denunciare la durezza con cui i migranti vengono respinti al confine da uomini armati. “Il traffico di migranti, la violenza e i maltrattamenti devono cessare. È necessaria una risposta forte”, dice.
Belarus’ regime escalates the border crisis – migrants are pushed to 🇪🇺 border by armed men. Lukashenka is fully responsible for the hybrid attack on 🇵🇱🇱🇹🇪🇺. The migrant smuggling, violence & ill-treatment must stop. Strong 🇪🇺 response is needed. #UNSC should discuss this crisis. pic.twitter.com/GhoWGWKZdH
— Sviatlana Tsikhanouskaya (@Tsihanouskaya) November 8, 2021
Tuttavia non è ancora noto il numero esatto di persone ammassate al confine. Alcune fonti parlano di mille persone, altre di un massimo di cinquemila, secondo quanto riferito dalla polizia di frontiera lituana. Una situazione che preoccupa anche i “vicini”, portando il ministro dell’Interno lituano, Agne Bilotaite, a invocare lo stato di emergenza perché la situazione comincia a farsi davvero allarmante.
#Belarus Why is #Lukashenko staging this provocation now? Is pressure not working? No,it’s exactly the opposite. His logic: Europe will get scared and talks to me because of migrants, so I force them to lift sanctions. He wants it before he will have to blink because of pressure pic.twitter.com/flLtaN5K9r
— Hanna Liubakova (@HannaLiubakova) November 8, 2021
Non aiuta di certo l’indifferenza e la violenza con cui le autorità polacche si rapportano ai migranti. L’Unione Europea, intanto, si è limitata ad accusare la Bielorussia di favorire e incoraggiare flussi così consistenti di migranti illegali verso il suo territorio, come “ripicca” per le sanzioni ricevute. Alexander Lukashenko, leader bielorusso sostenuto dalla Russia, ha sempre negato di avere queste intenzioni.
In ogni caso, per ora, non si vedono concreti provvedimenti all’orizzonte da parte dell’UE, nonostante uno dei portavoce abbia detto che “negli ultimi tempi Varsavia ha riferito di 3mila attraversamenti illegali del confine ogni settimana. Si tratta della continuazione del disperato tentativo del regime di Lukashenko di usare le persone per destabilizzare l’Ue. Noi rigettiamo ogni tentativo di strumentalizzare l’immigrazione per obiettivi politici”.
Sytuacja na granicy jest coraz bardziej napięta. Tego rodzaju sytuacje są teraz niemal codziennością. Wszyscy powinniśmy być wdzięczni naszym żołnierzom i funkcjonariuszom Straży Granicznej za ich służbę. https://t.co/7KqH27oOg3
— Mariusz Błaszczak (@mblaszczak) November 7, 2021
La Polonia continua a negare l’accesso alla frontiera ai media e alle Ong, respingendo allo stesso modo gli appelli delle organizzazioni umanitarie che chiedono al paese di lasciar entrare i migranti. “Il confine polacco non è solo una linea su una mappa”, ha dichiarato il premier polacco, Mateusz Morawiecki, “il confine polacco è sacro, sangue polacco è stato versato per esso”.
La situazione lungo il confine tra Bielorussia e Polonia è tesa già da quest’estate. Da allora migliaia di persone tentano di attraversare il confine. Le autorità, in risposta, spiano i telefoni, compresi quelli dei giornalisti per localizzare più in fretta i profughi. Al momento, nessuno se ne occupa, se non le Ong che lottano per fornire sostegno e ottenere informazioni.
[di Gloria Ferrari]