giovedì 21 Novembre 2024

Covid, Singapore abbatte una nuova frontiera: i non vaccinati si pagheranno le cure

A partire dal prossimo 8 dicembre i cittadini di Singapore che hanno scelto di non vaccinarsi, nel caso in cui dovessero ammalarsi di Covid, saranno tenuti a pagare di tasca propria le spese mediche. È quanto si apprende da una nota pubblicata nella giornata di ieri dal ministero della Salute, nella quale si legge che gli unici pazienti Covid non vaccinati per cui le cure continueranno ad essere finanziate dal governo sono quelli «non idonei alla vaccinazione», come «i bambini sotto ai 12 anni o gli individui che per problemi di salute non possono vaccinarsi». Inoltre anche per le persone che hanno ricevuto una sola dose le cure rimarranno gratuite, ma solo fino al 31 dicembre: infatti, se entro tale data non si saranno sottoposte alla seconda dose, il governo non pagherà più loro le spese mediche.

La scelta di non pagare più le cure ai non vaccinati si basa sul fatto che essi «costituiscono una maggioranza considerevole di coloro che richiedono cure ospedaliere intensive e contribuiscono in modo sproporzionato alla pressione sulle nostre risorse sanitarie». In pratica, come affermato dal ministro della Sanità Ong Ye Kung, la volontà è quella di dare un «segnale importante» alle persone non vaccinate e così «esortare tutti i cittadini a farsi vaccinare».

Quanto stabilito dal governo non solo rappresenta una vera e propria inversione di rotta – dato che fino a questo momento le cure per il Covid erano gratuite per tutti i cittadini ad eccezione di quelli risultati positivi subito dopo essere tornati da un viaggio all’estero – ma abbatte una nuova frontiera: finora infatti in diversi paesi si era parlato in maniera alquanto provocatoria della possibilità di far pagare di tasca propria le spese mediche ai non vaccinati ma ciò era rimasta una mera ipotesi.

Anche in Italia si è più volte accennato all’idea di privare i non vaccinati delle cure: la virologa Ilaria Capua, ad esempio, negli scorsi mesi aveva dichiarato che «chi non si vaccina, in caso di ricovero in terapia intensiva, dovrebbe risarcire i costi degli ospedali», i quali sarebbero pari ad una cifra che va dai «1.000 ai 2.000 euro al giorno». Al momento però tale eventualità non è divenuta realtà, complice anche il fatto che ciò potrebbe non essere costituzionalmente legittimo. La nostra Costituzione stabilisce infatti, all’interno dell’articolo 32, che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività».

[di Raffaele De Luca]

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7 Commenti

  1. Chi non si vaccina non vìola la legge quindi perché togliergli l’ assistenza sanitaria?. Se non ci sono fondi ed in via provocatoria togliamo prima le cure a chi TRASGREDENDO la legge causa danni, tipo guidare mentre si telefona o guidare ubriachi e si causa un incidente , ecc.

  2. Evidentemente a Singapore non si pagano tasse, perché questa sarebbe l’unica giustificazione per non fornire i servizi sanitari. Ma siccome invece anche lì i cittadini pagano, questa odiosa e stupida discriminazione è un furto di un regime dittatoriale.

    • Singapore è una città-stato distopica, all’avanguardia nel controllo della popolazione, che in sostanza non assegna ai propri cittadini alcun diritto alla privacy di fronte alla sorveglianza pubblica (oltre a prevedere ancora sia la pena di morte che le punizioni corporali): sorprende fino a un certo punto che una misura del genere sia stata presa proprio lì, essendo perfettamente in linea con tutte le altre normative tese a ridurre l’individuo ad un mero ingranaggio del sistema.

  3. Se la logica è questa, anche chi sceglie volontariamente di sottoporsi al vaccino e finisce in ospedale per le reazioni avverse dovrebbe pagarsi di tasca propria le cure. Non parliamo nemmeno di chi viene ospedalizzato per le conseguenze di un’alimentazione sregolata (dopotutto le patologie cardiocircolatorie “contribuiscono in modo sproporzionato alla pressione sulle nostre risorse sanitarie”), del consumo di alcol, del fumo, dell’utilizzo di droghe, oppure si infortuna facendo sport.. e, perché no, anche lavorando. In fin dei conti lavorare non è mica obbligatorio: anzi, in Italia è apertamente disincentivato, al punto che per fartelo capire ti fanno pagare 30 euro alla settimana solo per entrare in ufficio. A ben pensarci pure le gravidanze sono del tutto volontarie, quindi stop all’assistenza gratuita pre e post-parto.

    Il SSN resterà attivo solo per chi accetta di vivere sotto una campana di vetro, dalla quale uscire solo per pagare tasse e tributi, dando così maggiori garanzie di non gravare sul bilancio nazionale fino alla morte.

  4. Poi sarebbe interessane capire quanto costa assitere i rovinati da Covid.
    Il mio vicino di casa è da 2 mesi assente dal lavoro dopo la vaccinazione.
    Una mia collega è ridotta come l’ex ministro Castelli. Si sta sottoponendo a continui esami.
    Chi paga?
    Con la stessa logica devono pagare solo i vaccinati.

  5. Benissimo.
    Allora però occorre essere coerenti.
    Se il SSN non assiste allora devo essere esentato dal pagarlo con le mie tasse.

  6. Ovviamente, questa ulteriore limitazione alla democrazia e al sistema di assistenza sociale è un’isterica reazione al fallimento della campagna vaccinale in stile nazista. Avrà come unico effetto di spingere i cittadini alla disobbedienza civile e fiscale (se non mi dai servizi io non pago i contributi per l’assistenza) e all’auto-organizzazione indipendente dal sistema, con reti di medici e sanitari che allestiranno le cure miciliari fuori dal sistema sanitario.
    C’è una esplosione di gruppi territoriali locali, che si stanno organizzando in reti di autotutela e mutuo soccorso tra non vaccinati e no-grinpas.
    Il nazismo sanitario crea la sua Resistenza.

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