Il Tamigi, tra i fiumi più famosi d’Europa e simbolo di Londra, una delle metropoli più grandi del mondo, era stato dichiarato “biologicamente morto” alla fine degli anni Cinquanta, a causa dei numerosi anni di inquinamento industriale e cittadino che avevano ucciso il suo ecosistema. Oggi, fortunatamente, è tornato a vivere, diventando la casa di numerose specie acquatiche. Il corso d’acqua, che scorre per 346 chilometri nell’Inghilterra meridionale, è diventato l’habitat ideale per 125 specie di pesci, tra cui il cavalluccio marino e l’anguilla, ma anche di foche e di 90 tipi di uccelli acquatici. Ma ciò che più sorprende, è che il Tamigi sia diventato dimora anche di alcune varietà di squali che si rifugiano nell’estuario per partorire. Nello specifico, attualmente, si trova lo squalo spinarolo, specie a rischio anche per via della pesca eccessiva; il palombo stellato e la canesca.
Se oggi il Tamigi è un luogo pullulante di biodiversità, lo si deve alla Zoological society of London, società impegnata da tempo nel ripristino del prezioso ambiente naturale. Questa, infatti, oltre a dedicarsi alla tutela degli animali – come la migrazione delle anguille e il monitoraggio dei pesci più giovani – si impegna a mantenere l’ambiente fluviale pulito. Attualmente, per esempio, sta cercando di fare vietare a Londra la vendita di acqua nelle bottigliette di plastica e si sta occupando del trattamento delle acque reflue. Grazie a tutte queste azioni, si legge nel rapporto, la qualità dell’acqua è migliorata, con concentrazioni di ossigeno disciolto che mostrano un aumento dal 2007 al 2020. Una situazione che si vuole preservare se non addirittura migliorare. Nel 2025, infatti, è prevista l’apertura di una rete fognaria sotterranea – chiamata Thames Tideway Tunnel-, che si estenderà per 25 chilometri e contribuirà, ripulendo il fiume da liquami grezzi e rifiuti, a salvaguardare la sua biodiversità.
[di Eugenia Greco]