martedì 5 Novembre 2024

La Groenlandia ha messo al bando l’estrazione di uranio e terre rare

La Groenlandia ha approvato una legge che vieterà l’estrazione di uranio e porrà fine al progetto Kvanefjeld Rare Earth – Uranium Project riguardante la miniera di Kuannersuit, uno dei più grandi giacimenti di terre rare al mondo. Kuannersuit, di proprietà della società mineraria australiana Greenland Minerals, si trova vicino alla città meridionale di Narsaq e contiene non solo uranio radioattivo, ma anche un grande deposito di terre rare commercialmente importanti – praseodimio, neodimio, terbio –  importante sia per la produzione elettronica di consumo, che per quella di armi. Il paese artico, appartenente alla Danimarca, basa la sua economia sulla pesca e sui sussidi del governo danese. Tuttavia, con lo scioglimento dei ghiacci, ha visto sempre più minatori interessarsi ai minerali – rame, titanio, platino e terre rare -, necessari per i motori dei veicoli elettrici. Prima delle elezioni di aprile, l’isola aveva rilasciato diverse licenze di esplorazione ed estrazione mineraria nel tentativo di diversificare la sua economia e realizzare il suo più grande obiettivo: diventare indipendente dalla Danimarca.

Più di 100 milioni di dollari, infatti, erano stati investiti nel progetto Kvanefjeld, il quale aveva già ottenuto l’approvazione preliminare nel 2020 e aspettava soltanto la conformità finale. Questo era stato organizzato per contenere anche un concentratore e una raffineria. La decisione di vietare la ricerca e l’estrazione dell’uranio è una conseguenza della promessa elettorale del partito Inuit Ataqatigiit – salito al governo lo scorso aprile con il 37% dei voti – dopo aver dichiarato pubblicamente la chiara intenzione di bloccare il progetto, per via della significativa presenza del metallo radioattivo. La nuova legge, infatti, proibisce l’esplorazione di giacimenti con una concentrazione di uranio superiore a 100 ppm (parti per milione, unità di misura che indica un rapporto tra quantità misurate omogenee di un milione a uno), e include il divieto di ricerca di altri minerali radioattivi.

La Groenlandia non è novellina in provvedimenti del genere. Di recente, infatti, sempre per volere del partito Inuit Ataqatigiit, ha proibito la ricerca di petrolio. La decisione era stata presa, nonostante non ci fosse ancora stata nessuna scoperta significativa di oro nero sul territorio. Tuttavia, la US Geological Survey – agenzia scientifica del governo americano – aveva stimato la possibile presenza di un giacimento con una quantità pari a più di 31 milioni di barili. Un vero e proprio tesoro che, per molti, appariva come la soluzione per l’ottenimento dell’indipendenza dal Regno di Danimarca.

[di Eugenia Greco]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

  1. Questa ortodossia ambientale è poco lungimirante.
    Tutto si può fare, anche estrarre uranio ed altri minerali, con le dovute cautele e con il dovuto rispetto per la natura.

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria