Migliaia di certificati sanitari appartenenti a cittadini italiani sono disponibili su internet e a disposizione di tutti. Liberamente scaricabili su alcuni tra i principali siti di condivisione dei dati (file sharing) come eMule. Cartelle ordinate per sesso e fascia di età, con i green pass completi e integralmente visualizzabili, con annesse le informazioni sensibili comprese quelle relative alla vaccinazione (con marca, numero di dosi eventualmente ricevute e data di inoculazione). La notizia sulla fuga di dati sui green pass italiani era già nota da settimane, ma ora arriva anche la presa in carico del problema da parte del Garante della Privacy.
L’ente pubblico incaricato di proteggere la riservatezza e i dati degli italiani scrive in un comunicato che “considerata la gravità e la pericolosità di questa illecita diffusione di dati personali particolarmente delicati, è stata avvitata d’urgenza un’indagine per accertare le modalità con le quali questi dati siano finiti in rete e ha dato mandato al Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza di acquisire gli archivi on line e accertarne la provenienza”.
I green pass disponibili in rete sarebbero circa 1500, non tantissimi in termini assoluti, ma sufficienti per trovare almeno un profilo anagraficamente e geograficamente compatibile per la maggioranza dei cittadini italiani, non a caso su diversi canali Telegram i suddetti green pass sono posti in vendita (anche se appunto sono potenzialmente scaricabili da chiunque gratis e con grande facilità). Sulla vicenda sono stati aperti fascicoli di indagine anche da parte delle Procure di Roma e Milano.
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