L’acquisto del Washington Post da parte del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, per 250 milioni di dollari nel 2013 è stata una forma molto chiara e ovvia di influenza mediatica che fece storcere il naso a molti, così come la creazione di First Look Media – la società proprietaria di The Intercept – da parte di Pierre Omidyar, fondatore di eBay. Benché fosse già nota la partecipazione azionaria di Bill Gates in colossi del settore mediatico, non si sapeva la portata dei suoi legami striscianti e molto meno evidenti. Si scopre adesso che il “filantropo” che viene dipinto come un individuo che opera senza secondi fini per il bene dell’umanità ha finanziato in maniera silenziosa decine e decine di mass media, organizzazioni e associazioni giornalistiche e Università al fine di spingere la narrazione a lui gradita e manipolare l’opinione pubblica.
“Salute globale e sviluppo; sensibilizzazione e analisi pubblica; opportunità di ricerca e apprendimento; empowerment femminile; acqua, servizi igienico-sanitari e igiene; pianificazione familiare; fornitura di soluzioni per migliorare la salute globale”, sono solo alcune delle diciture indicate come “argomento concessione” in riferimento alle somme di denaro che Bill Gates, tramite la Bill and Melinda Gates Foundation (BMGF), concedeva a soggetti vari per un arco di tempo stabilito. Setacciando oltre 30.000 sovvenzioni presenti nel database della Fondazione, MintPress è riuscita a rintracciare un totale di 319 milioni di dollari in contributi diretti.
Nella lista dei mass media finanziati direttamente da Gates tramite la BMGF troviamo CNN, NBC, NPR, PBS e The Atlantic negli USA, poi BBC, The Guardian, The Financial Times e The Daily Telegraph nel Regno Unito. Troviamo anche la francese Le Monde, la tedesca Der Spiegel, la spagnola El País e l’emittente araba Al-Jazeera.
Emblematico è il caso del Texas Tribune che ha ricevuto più di 2 milioni di dollari per “aumentare la consapevolezza pubblica e l’impegno delle questioni di riforma dell’istruzione in Texas” e che, di fatto, ha pubblicizzato sotto il mantello autorevole di una notizia il sistema di educazione in cui ha investito il “filantropo” Gates, insieme a Mark Zuckerberg e Pierre Omidyar. Il terzetto ha infatti finanziato con 100 milioni di dollari la Bridge International Academies che tra i suoi partner pubblici annovera Goldman Sachs e il World Economic Forum.
Inoltre, Bill Gates ha finanziato anche centri di formazione di giornalismo investigativo come International Center for Journalists, The Pulitzer Center for Crisis Reporting, Center for Investigative Reporting, The Bureau of Investigative Journalism, Institute for Advanced Journalism Studies e Global Forum for Media Development. Non solo. Il “filantropo” ha anche dato soldi ad associazioni di stampa e giornalismo tra cui National Newspaper Publishers Association, Education Writers Association, American Society of News Editors Foundation, Washington News Council, Reporters Committee for Freedom of the Press. Tramite l’istituzione di borse di studio, workshop e corsi appositi, Gates ha formato giornalisti pagando loro l’istruzione presso università quali la Johns Hopkins o la Columbia. Una valanga di dollari sono stati spesi inoltre dalla BMGF per finanziare centinaia di progetti mediatici pensati per specifiche e circoscritte tematiche.
Del resto, come detto in apertura, era già noto che Bill Gates avesse ampie partecipazioni in colossi del settore mediatico come Comcast, AT&T, e MSNBC (il cui nome risulta da una combinazione di Microsoft e NBC Universal). Inoltre, dal 2009 è noto, come rivelato dal New York Times, il fatto che la BMGF pagasse per inserire “messaggi” in famose serie TV quali ER, Law & Order e Private Practice. Nell’articolo si scriveva «Ora la Gates Foundation è pronta ad espandere il suo coinvolgimento e spendere più soldi per influenzare la cultura popolare attraverso un accordo con Viacom, la società madre di MTV e le sue reti sorelle VH1, Nickelodeon e BET. Potrebbe essere chiamato “message placement”: il corollario sociale o filantropico delle offerte di product placement in cui i marketer pagano per presentare prodotti in spettacoli e film. Invece di vendere auto Coca-Cola o G.M., promuovono l’istruzione e una vita sana [..] La nuova partnership, intitolata Get Schooled, prevede la consultazione tra gli esperti della Gates Foundation e i dirigenti di tutte le reti Viacom che prendono decisioni di programmazione. Il loro obiettivo è quello di intrecciare trame a tema educativo in spettacoli esistenti o di creare nuovi spettacoli incentrati sull’istruzione».
Una cosa che invece non era nota, rivelata dal giornalista Tim Schwab, è che due editorialisti di punta del New York Times, David Bornstein e Tina Rosenberg, hanno scritto per anni articoli sulle buone e ammirevoli azioni della fondazione di Gates tenendo però nascosto il fatto che lavoravano anche per il Solutions Journalism Network, pesantemente finanziato dalla fondazione stessa, dovendo poi ammettere il conflitto d’interesse. Come spiegato da Schwab, il finanziamento massiccio dei mass media da parte dei “filantropi” sembra ormai essere una tendenza pervasiva; e se teniamo conto anche di tutti gli enti e le istituzioni che direttamente o indirettamente hanno a che fare con il settore mediatico e che sono finanziate dai medesimi ultra-miliardari/filantropi, il conflitto di interessi appare evidente e di portata gigantesca, tanto per chi finanzia tanto per chi è finanziato.
Come e quanto può essere oggettivo quanto riportano coloro che sono finanziati da Gates&Co quando devono parlare dei medesimi e della miriade di attività, organizzazioni e interessi che sempre gli stessi hanno su scala planetaria?
[di Michele Manfrin]