Il Tribunale di Torino ha condannato a un anno e un mese di carcere la 75enne Nicoletta Dosio, attivista No Tav. La condanna giunge a seguito del mancato rispetto dei domiciliari, imposti nel 2016 a causa di un precedente arresto. Nicoletta non ha mai nascosto la sua mancata volontà di rispettare l’iniqua misura imposta dal Tribunale e ha annunciato di non volersi piegare nemmeno se la condanna dovesse diventare definitiva.
Nicoletta era già stata condannata a otto mesi di carcere per aver ripetutamente violato i domiciliari. Nel 2012 aveva infatti partecipato a un presidio di 30 minuti presso il casello dell’autostrada di Avigliana: i manifestanti avevano alzato le sbarre e fatto passare gli automobilisti, declamando al megafono «oggi paga Monti». Nel 2016 fu condannata per questo a 8 mesi ai domiciliari. Nicoletta decise di non piegarsi e continuò a partecipare alle attività del movimento e vivere libera.
Il mancato rispetto degli arresti domiciliari le valse una condanna al carcere, riconvertita nuovamente nel marzo 2020 in domiciliari a causa dell’esplosione dell’emergenza Coronavirus nelle carceri. Nicoletta ha anche in questo caso violato l’imposizione del Tribunale, il 17 settembre, per partecipare a una manifestazione di solidarietà. Ora una nuova sentenza la condanna a scontare un anno e un mese nel carcere torinese Le Vallette.
«Io ho sempre rivendicato quello che mi è stato imputato» dichiara Nicoletta ai microfoni di Radio Onda d’Urto, parlando di un’unica, lunga evasione durata tre mesi. «Io non mi sono mai nascosta, ma ero visibile ovunque ci fossero delle scadenze di movimento e delle lotte, perché questo era il senso del mio non voler accettare la sentenza e le imposizioni del Tribunale di Torino. Non si tratta di eroismo individuale, ma di una presa di coscienza collettiva».
Tra 15 giorni le motivazioni finali della sentenza. «Nel momento in cui la sentenza sarà definitiva io non intendo piegarmi» afferma Nicoletta, il cui spirito indomito non conosce barriere.
[di Valeria Casolaro]
No ci sono parole.
E’ evidente che si punsce una persona per far capire che manifestare è consentito solo se si manifesta per qualcosa di gradito al potere.
La giustizia più ributtante che si sia mai vista.