Reporters sans frontières (RSF), la nota organizzazione non governativa che promuove e difende la libertà di stampa e di informazione, ha lanciato un allarme sullo stato della stessa in Italia: facendo riferimento alla neo direttrice del TG1 Monica Maggioni, RSF ha criticato tramite un tweet il fatto che nel nostro Paese «la tv pubblica non darà voce a chi mette in discussione la politica vaccinale del governo», sottolineando che «anche durante la pandemia bisogna preservare il pluralismo delle opinioni nei media pubblici». Tali critiche hanno infatti fatto seguito alle dichiarazioni recentemente rilasciate da Monica Maggioni, la quale ha affermato che al TG1 non sarà data voce ai cosiddetti “no vax” precisando che «non tutte le opinioni hanno lo stesso valore».
Parole dunque molto dure, nei confronti delle quali c’era da aspettarsi una reazione da parte di Reporters sans frontières. Infatti, l’organizzazione già la settimana scorsa aveva espresso tramite un articolo la sua preoccupazione sulla libertà di stampa in Italia, affermando che nel nostro Paese ci fosse «una volontà politica di controllare l’informazione» che avrebbe potuto «rimettere in discussione un quadro normativo tradizionalmente solido a tutela della libertà di stampa». In tal senso, RSF aveva citato le parole «dell’influentissimo senatore a vita Mario Monti», che il mese scorso aveva dichiarato: «Nella comunicazione di guerra c’è un dosaggio delle informazioni, che nel caso delle guerre tradizionali è odioso, ma nel caso della pandemia bisogna trovare delle modalità meno democratiche secondo per secondo».
Il già espresso disappunto sulla libertà di informazione in Italia, quindi, è stato poi reso noto in maniera più esplicita tramite il recente tweet sopracitato. Quest’ultimo però non è stato di certo l’unico, in quanto ad esso hanno fatto seguito altri due tweet. Con il primo Reporters sans frontières è tornata a criticare, stavolta in maniera molto più esplicita, le parole di Monti, dicendosi «profondamente preoccupata per la nascente volontà politica di controllare l’informazione». Con il secondo, invece, ha espresso apertamente il suo dissenso nei confronti della Rai, ribadendo: «L’obiettivo legittimo di combattere la disinformazione non può essere perseguito a spese della restrizione del pluralismo dei media e della censura delle opinioni critiche nei confronti del governo».
[di Raffaele De Luca]
Il frammentarsi di informazione e comunicazione sui social ha reso tutto individuale, personale, narcisistico, isterico. I media cosiddetti autorevoli non esistono più. E dunque Mario Monti si metta il cuore in pace. La sua opinione genera un sacco di reazioni ma vale quella di un qualsiasi signor Rossi.
Le parole di Monti sono di una gravità inaudita ma di fatto descrivono quello che sta già accadendo in Italia da diversi anni…