Nella giornata di sabato si è svolta, nei pressi della stazione centrale di Milano, una manifestazione di protesta contro gli sgomberi avvenuti giovedì sera. Nella serata del 16 dicembre, infatti, agenti della polizia di Milano e dipendenti dell’Amsa, il servizio addetto al recupero di rifiuti ingombranti, hanno sgomberato una strada nella quale dimoravano diverse persone senza fissa dimora, minacciando anche di querelare un giornalista che cercava di documentare i fatti. “Bivaccare sotto i tunnel non è umano e decoroso” scrive l’assessore alla sicurezza del Comune di Milano Granelli, che giustifica così l’operazione di polizia.
Secondo quanto denunciato dall’associazione Mutuo Soccorso Milano, almeno 40 agenti si sono presentati nella serata di giovedì 16 dicembre nel sottopasso nei pressi della Stazione Centrale per rimuovere materassi e coperte appartenenti a senzatetto che si riparavano in quella zona, invitandoli a cercare riparo presso la struttura provvisoria denominata Mezzanino. L’operazione è avvenuta senza preavviso nè la mediazione degli assistenti sociali, che sono arrivati quasi un’ora e mezza dopo la polizia. «Se l’organizzazione del Comune fosse efficiente si sarebbe intervenuti mandando avanti gli assistenti sociali aiutati dalle forze di polizia» dichiara all’Indipendente un rappresentante di Mutuo Soccorso.
«Giovedì mattina l’Assessore alla Sicurezza di Milano ha ordinato di aprire il Mezzanino, con tre giorni di anticipo (il 20 dicembre), in virtù dello sgombero» spiega l’operatore. Il Mezzanino, spiega, è una soluzione temporanea: 70 brandine all’incirca, montate in un sottopassaggio della stazione dalle sette di sera alle cinque di mattina, senza acqua corrente nè prese elettriche, con bagni chimici posti al di fuori della struttura. «Si tratta del posto peggiore di Milano, aperto in fretta e furia e temporaneo per sua stessa natura». L’operatore spiega infatti che «Lo sgombero non è avvenuto perchè il Comune ha trovato una soluzione abitativa migliore, ma per compiere un’azione in nome del decoro, trovando una soluzione di emergenza. Oggi i sottopassaggi della stazione sono di nuovo pieni di persone, perchè il Comune non è in grado di fornire una soluzione decente e dignitosa».
La ragione, a suo parere, è dovuta alla situazione dei dormitori milanesi, definita «tragica». «Il giorno dopo essere state portate al Mezzanino le persone possono andare al Casc [Centro Aiuto Stazione Centrale, nda] per essere inserite nel programma per portarle ad abbandonare la strada. Tuttavia entrare nei dormitori è un’impresa, ci sono liste d’attesa di mesi interi, i letti sono spesso pieni di cimici e manca l’acqua calda. Inoltre i dormitori possono trovarsi in una provincia piuttosto che in un’altra: se ti dicono che c’è un posto libero a Pavia tu puoi andare solo lì, con il risultato di distruggere il proprio network sociale».
Nel corso delle operazioni di giovedì notte la Polizia ha anche minacciato di denuncia un giornalista della testata Milano Today che cercava di documentare quella che l’agente stesso ha definito “un’operazione di Polizia”, salvo poi concedere la pubblicazione delle immagini “solo su Milano Today”. La domanda sorge spontanea: se si sta svolgendo un’operazione legittima, al fine della sicurezza pubblica, perchè vietarne la diffusione tramite immagini?
L’assessore di Milano Marco Granelli ha definito l’operazione come mirata a “evitare il bivacco” nei pressi della stazione, sottolineata come a gestirla fossero “operatori e volontari delle associazioni”, quando chi era presente sul posto dichiara fossero presenti solamente Amsa e Polizia. “Bivaccare sotto i tunnel non è umano nè decoroso” scrive Granelli, difendendo l’agire muscolare del Comune, che criminalizza la povertà senza, sembra, offrire soluzioni funzionali a un problema strutturale.
[di Valeria Casolaro]